Approfondimento sul Vangelo della domenica

"Tante volte, nell’ascoltare la Parola di Dio, ci poniamo delle domande sul significato di alcune espressioni che per noi, nell’oggi, risultano inusuali. A volte non riusciamo a prestare la dovuta attenzione all’omelia del sacerdote, durante la Santa Messa. Capita, pure, che il sacerdote non può spiegare tutto nei pochi minuti dell’omelia, alcune pagine della Sacra Scrittura sono, infatti, ricchissime di significato.
Per questo motivo abbiamo pensato a questa “pagina” settimanale che ha lo scopo di rispondere alle domande che la Parola di Dio fa sorgere in noi."


XXVII domenica del tempo ordinario
8 ottobre 2006

Mc 10, 2-16

[1]Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. [2]E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». [3]Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosé?». [4]Dissero: «Mosé ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». [5]Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. [6]Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; [7]per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. [8]Sicché non sono più due, ma una sola carne. [9]L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». [10]Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: [11]«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; [12]se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
[13]Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. [14]Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. [15]In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». [16]E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.


D: Perché i farisei chiedono a Gesù, se è lecito al marito ripudiare la propria moglie senza prendere in considerazione la possibilità, lecita o illecita, che sia la donna a ripudiare il marito?
R: Perché, secondo la legge ebraica, il divorzio era considerato un privilegio maschile.

D: Matteo, nel suo Vangelo, a differenza di Marco, alla domanda: “è lecito ripudiare la propria moglie” aggiunge “per qualunque motivo”(Mt 19,3). Perché questa differenza?
R: Marco scrive il suo Vangelo per lettori non ebrei, cioè pagani; Matteo scrive, invece, per gli ebrei. Marco, quindi, omette le suddette parole riportate da Matteo, perché esse interessavano gli ebrei, non già i pagani. Infatti toccavano divergenze d’interpretazione esistenti nelle scuole rabbiniche.

D: Se i farisei, così osservanti della legge, pongono questa domanda a Gesù, lo fanno solo per provare la fedeltà, dell’annuncio di Gesù, alla Legge dei Padri o perché hanno qualche dubbio sull’interpretazione di Dt 24,1?
R: In effetti era più che un dubbio, essa era una questione dibattuta nelle scuole rabbiniche. L’oggetto della questione era appunto l’interpretazione di Dt 24,1, nel quale la legge considerava la possibilità del divorzio. La scuola di Rabbi Shammai ammetteva il divorzio solo in caso di adulterio, quella di Hillel lo concedeva anche per motivi meno gravi (ad esempio: un difetto nel corpo della donna, la moglie non cucinava bene, ecc.).
I farisei delle due scuole desideravano far entrare Gesù nella diatriba.

D: Gesù risponde, ponendosi al di sopra delle due Scuole?
R: Si, egli non intende schierarsi con nessuna Scuola. Pronuncia la sua conclusione non facendo appello alle opinioni degli uomini, ma richiamandosi alla esplicita volontà di Dio.

D: A quale libro della Bibbia si richiama Gesù, e cosa intende farci capire quando dice: “Una carne sola”?
R: Egli si richiama all’opera e alle parole di Dio in Gn 1,27; 2,24 che cita alla lettera. Il Signore creò per il primo uomo una donna; egli ha distinto i due sessi per uno scopo ben definito: l’uomo e la donna sono ordinati ad un’unione (una carne sola) singola ed indivisibile.

D: I farisei fanno notare a Gesù, che nel caso lui abbia ragione, allora le sue parole sono in contraddizione con una legge mosaica che troviamo in Dt 24,1. La Bibbia dunque si contraddice?
R: No, perché Dio nel rivelarsi attraverso le Sacre Scritture, ha usato una pedagogia graduale, inoltre lo Spirito Santo nell’ispirare gli autori sacri, non ha violentato la loro libertà e le loro conoscenze. Infine la Bibbia non va mai interpretata studiando solo alcuni versetti ma il “Tutto”, tenendo conto dei generi letterari, dell’ambiente vitale degli autori, del contesto letterario, ecc.

D: Qual è il significato della risposta di Gesù?
R: Innanzitutto, il Maestro mostra che nella Bibbia non c’è contraddizione tra i dati del Genesi e la Legge mosaica. Il divorzio non era un comando di Mosé , ma una misura di tolleranza dinanzi ad un uso inseritosi nella vita del popolo. L’uso trovava la sua origine nella durezza del cuore del popolo che si mostrava insensibile di fronte alla volontà di Dio. La dichiarazione scritta, con la quale il marito rinunziava ad ogni diritto sopra la moglie, era una formalità legale per mitigare gli abusi e soprattutto proteggere la donna; il marito, infatti, dopo l’atto di ripudio non poteva più avanzare dei diritti sulla moglie.

D: Gesù considera la possibilità che pure la donna poteva ripudiare il marito, conoscendo la tradizione ebraica; cosa ha voluto insegnare il Maestro?
R: Gesù pur condannando l’azione del ripudio, pone però uomo e donna sullo stesso piano, ambedue godono della stessa dignità di persone create ad immagine e somiglianza di Dio.
La morale farisaica era basata sulla non confessata inferiorità della donna, che era considerata come una proprietà dell’uomo. Gesù cita il testo della Genesi per orientare le menti alla prospettiva di Dio: l’unione dell’uomo e della donna esprime la meta d’una pienezza umana. Non è l’uomo che acquista la proprietà della donna, ma l’uno e l’altra si arricchiscono a vicenda.

D: Perché i discepoli sgridano coloro che conducono i bambini da Gesù?
R: Li sgridano, non tanto perché i bambini disturbano la predicazione del Mastro, ma perché i bambini, per essi, non rappresentavano nulla. Secondo i discepoli, il Regno di Dio era da adulti e, per raggiungerlo bisognava fare opzioni coscienti, avere certi determinati meriti, compiere opere corrispondenti. Gesù avverte, invece, che il Regno di Dio deve essere “ricevuto” cioè è un’iniziativa divina, e solo dopo segue lo sforzo personale per entrare. Per conseguenza l’unico atteggiamento adatto per “ricevere” è quello dei bambini.

D: Ma come restare bambini in questo mondo, dilaniato dal peccato, dalla malizia, eccetera?
R: Gesù non ci chiede, certo, di vivere una vita cristiana caratterizzata dall’infantilismo irresponsabile, anzi ci chiama ad una grande responsabilità: essere “lievito” di pace e giustizia nella società, essere più “scaltri dei figli delle tenebre” . I cristiani dovranno essere come bambini, si, ma solo davanti a Dio: davanti agli uomini dovranno essere coscienti e responsabili.

Per maggiori approfondimenti: I classici blu –I QUATTRO VANGELI- Ed. BUR, 2005, Milano.
Commentario al Vangelo secondo Marco del teologo-esegeta: José Marìa Gonzàles-Ruiz.

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