I
domenica di Quaresima/C
25 febbraio 2007
Lc 4,1-13
[1]
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano
e fu condotto dallo Spirito nel deserto [2] dove, per quaranta giorni,
fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando
furono terminati ebbe fame. [3] Allora il diavolo gli disse: «Se
tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane».
[4] Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l'uomo». [5] Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in
un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6] «Ti darò
tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è
stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7] Se ti prostri
dinanzi a me tutto sarà tuo». [8] Gesù gli rispose:
«Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo
adorerai». [9] Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo
del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù;
[10] sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano; [11] e anche: essi ti sosterranno
con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
[12] Gesù gli rispose: «E' stato detto: Non tenterai il
Signore Dio tuo». [13] Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione,
il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
D = S. Luca, evidenzia in particolar modo la presenza
dello Spirito Santo, su Gesù?
R = Si, infatti, tra i Vangeli sinottici questo
è il Vangelo in cui è ricordato più frequentemente
lo Spirito Santo e in particolar modo, nel Vangelo dell’infanzia
(Lc 1,15. 35. 41. 67. 80; 2,25-27; 4,1. 14. 18; ecc.).
D = Gesù è condotto dallo
Spirito Santo nel deserto?
R = Non esattamente, la traduzione interlineare dal testo greco enuncia
così: “…ed era condotto nello Spirito, nel deserto…”.
Gesù non è spinto dallo Spirito ma ci va da sé.
Non è condotto dallo Spirito, ma si lascia guidare nello
Spirito. Lo Spirito non agisce in lui come agiva nei giudici: in
Otoniel (Gdc 3,10), in Gedeone (Gdc 6,34), in Jefteh (Gdc 11,29). Lo
Spirito venne su di loro e gli diede i mezzi necessari per una grande
opera, lasciandoli poi, appena questa fu compiuta. Gesù non è
trascinato dallo Spirito, egli dispone dello Spirito, non possiede
solo un temporaneo dono del Santo Spirito ma, conserva sempre tutti
i suoi doni giacché, è nato dallo Spirito Santo e
dalla Vergine Maria.
D = Il deserto nella Sacra Scrittura presenta,
solo, un’accentuazione simbolica negativa?
R = No, esso è considerato, sia come il soggiorno degli spiriti
del male, sia come il luogo della solitudine e dell’ascetismo
che favorisce il raccoglimento e la preghiera.
D
= Gesù, sopporta da solo nel deserto, le tentazioni di Satana
per 40 giorni; il numero 40 ha in se un significato simbolico?
R = Si, e ciò può essere verificato riguardando l’AT
dove, il numero 40 ricorda la durata di alcuni fatti importanti della
storia ebraica, come: la durata del Diluvio (Gn 7,14); la peregrinazione
nel deserto dall’uscita dall’Egitto (Nm 14,33); l’ordine
dato ad Ezechiele di rimanere coricato per 40 giorni (Ez 4,6). In conformità
a questi passi dell’AT, comprendiamo il messaggio che S. Luca
vuol dare ai suoi lettori: i molti peccati degli uomini hanno mosso
la mano di Dio onde purificarli (il Diluvio, il deserto/Terra Promessa);
Jahvè sceglie Ezechiele e gli chiede di scontare le iniquità
d’Israele, ma colui che sarà in grado di espiare in pienezza
le aberrazioni degli uomini, sarà il Messia: Gesù di Nazareth.
D = Gesù ha subito solo le tre tentazioni
riportate in questa pericope?
R = Le tre tentazioni nel deserto costituiscono la sintesi, il preludio
della gran lotta che Gesù sosterrà con Satana fino all’ultimo
istante della sua vita terrena. Nel NT ci sono, infatti, molte espressioni
che attestano che la tentazione accompagnò Gesù per tutta
la vita. “Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire
le nostre infermità, essendo stato lui stesso, provato in ogni
cosa, come noi, escluso il peccato” (Eb 4,15). Sì,
in ogni cosa, fu tentato in ogni campo e in ogni modo: nella fame e
nella sete, nel freddo e nella fatica, nei successi clamorosi e negli
insuccessi scoraggianti, nella solitudine e nell’incomprensione
dei più prossimi, nella grossolanità della gente e nell’ostilità
dei governanti. Nei suoi ultimi giorni, Gesù dirà: “Voi
siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove”
(Lc 22,28) e l’autore della lettera agli ebrei scriverà:
“Infatti, proprio per essere stato messo alla prova ed avere
sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli
che subiscono la prova” (Eb 2,18).
D = Perché il diavolo chiede a Gesù
se egli è davvero il Figlio di Dio? Non lo sapeva già?
R = Non perfettamente; nella teofania del battesimo, una voce dall’alto
aveva proclamato che Gesù era “il Figlio diletto”
di Dio (cfr. Lc 3,22), ora il diavolo vuol conoscere il senso di quest’espressione
ed assicurarsi se Gesù sia realmente il Messia o semplicemente
un giusto come altri, prediletti da Dio (Abramo, Mosé, Elia,
Samuele, ecc.). Indaga, poiché sa che il vero Messia sarà
il suo più temibile nemico.
D = Qual è lo scopo del diavolo?
R = Svelare la missione messianica di Gesù e sviarlo dal piano
divino.
D = Qual è lo scopo di questa tentazione:
“Di a questa pietra che diventi pane”?
R = Con questa proposta, Satana, mira a raggiungere contemporaneamente
due obiettivi: scoprire chi è Gesù ed indurlo, nel caso
che egli sia il Messia, a fare esibizione (giochi di prestigio)
della sua straordinaria potenza, per se stesso e non per disporne secondo
il piano e la volontà del Padre.
D = Gesù risponde al demonio con parole
che sembrano desunte dall’AT; esattamente, da quale testo?
R = Dal libro del Deuteronomio, cap. 8. Un testo che aveva lo scopo
d’alimentare nell’israelita, la fede in Jahvè suo
Dio che protegge ovunque con fedeltà e amore; un testo dai grandi
principi religiosi considerato come un vademecum del pio israelita.
Gesù, non soltanto uniforma la sua vita a questi elevati insegnamenti
ma richiama con fermezza all’avversario che la Parola divina è
veritiera e viva. Egli quindi manifesta il suo pieno abbandono in Dio,
convinto che la paterna provvidenza divina non gli farà mancare
il pane, come per 40 giorni (cioè per un tempo notevolmente ampio)
lo aveva già sostenuto, senza fargli sentire il bisogno di prendere
cibo.
D = Cosa significano le parole del diavolo: “…Tutta
la potenza e la magnificenza di questi regni, poiché essa mi
è stata data…” ?
R = S. Luca presenta Satana come il detentore di tutti i regni terreni,
dei quali può liberamente disporre; l’espressione tuttavia
lascia intravedere che il demonio non era fin dall’inizio padrone
di questo mondo, infatti, il testo dice: “Essa mi è
stata data”. Dopo la caduta degli angeli e il peccato degli
uomini, Dio permette che gli spiriti ribelli con a capo Satana, agiscano
nel mondo con la loro potenza malefica potendo disporre del potere umano
(cfr. v.5). L’idea del potere del demonio sul mondo è,
però, una caratteristica dell’evangelista Giovanni (cfr.
Gv 12,31; 14,30; 16,11; 1Gv 3,8).
D = Perché il diavolo chiede a Gesù
di prostrarsi davanti a lui?
R = perché con tale atto il Maestro avrebbe riconosciuto la potestà
di satana quale padrone di tutto il mondo.
D
= Con queste parole:“Essa sarà tutta tua”,
il diavolo vuole spingere Gesù a rispondere che è già
tutto suo, essendo la seconda Persona della SS. Trinità?
R = In un certo senso si, però oltre a voler conoscere con certezza
il mistero profondo che si cela nella persona di Gesù di Nazareth,
egli mira anche a condurre il Messia alla concezione di un regno
terreno, potente e glorioso poiché, intravede in lui una
forte personalità, capace di condurre molti al suo seguito.
D = Con questa risposta: “Sta scritto:
Tu adorerai il Signore Dio tuo…” Gesù tende
a nascondere la sua natura divina?
R = No, Gesù non deve certo nascondere nulla davanti ad un Angelo
ribelle e quindi dinanzi ad una sua creatura. Gesù, qui, fa di
nuovo appello alla sovranità della Parola di Dio e afferma tutta
la sua incondizionata adesione al piano divino, dal quale nessuna prospettiva
di grandezza terrena può distoglierlo; il suo messianismo dovrà
riconfermare ed elevare il principio religioso del monoteismo ebraico
e del culto dovuto esclusivamente a Dio.
D = Perché S. Luca pone come terza tentazione
questa sul pinnacolo del tempio a Gerusalemme? Strutturalmente non era
più adatto porre la seconda come ultima tentazione?
R = Matteo pone, la tentazione riguardante “il pinnacolo del
tempio di Gerusalemme” come seconda mentre come terza “il
possesso di tutti i regni del mondo”, S. Matteo quindi, fa occupare
ad essa, il posto che più le conviene secondo lo sviluppo ed
il crescendo logico delle cose: la prova più grave, doveva logicamente
venire per ultima e rappresentare, per così dire, l’estremo
tentativo del nemico. S. Luca, invece, ha dato una linea guida
diversa al suo racconto che ne condiziona l’ordine dei fatti;
il terzo vangelo è interamente centrato su Gerusalemme, da qui
esso comincia ed a Gerusalemme finisce, nella città santa Gesù
trionfa per la prima volta su Satana, qui poi vi trionferà definitivamente
al momento della Passione.
D = Qual è lo scopo di Satana in questa
terza tentazione?
R = Il demonio cerca di sollecitare Gesù a dare di sé
una manifestazione spettacolare, per farsi riconoscere come l’autentico
Messia inviato da Jahvè. La protezione divina che lo avrebbe
tenuto sospeso nell’aria o l’avrebbe fatto discendere dolcemente
al suolo, sarebbe stato il segno inoppugnabile della messianicità
del figlio di Maria e Giuseppe. Con questo segno strepitoso, Gesù,
secondo il volere di Satana, doveva dar inizio al suo regno glorioso.
D = Questa tentazione ritornerà nella vita
di Gesù?
R = Certo, ad esempio, quando i suoi concittadini e non solo loro, gli
chiedono miracoli di tal genere, perché egli li convincesse in
modo certo della sua missione divina; Cristo Gesù si è
però sempre rifiutato di operare miracoli esibizionisti.
D = Il demonio alla fine adopera gli stessi mezzi
di Gesù, appellandosi anch’egli alla Parola di Dio?
R = Si, in effetti “le tenta tutte”. Richiama un testo biblico
introducendolo con la stessa formula solenne: “Sta scritto…”
usata da Gesù. Cita il salmo 91 |90| omettendo però le
ultime parole del versetto 11 “…perché essi ti
custodiscano in tutte le tue vie” infatti, non si sarebbero
adattate alla circostanza, Gesù avrebbe subito ribattuto che
le sue “vie” sono le stesse del Padre e cioè il compimento
della volontà divina.
D = Satana comunque, al di là di tutto,
interpreta la Sacra Scrittura?
R = Si, ma dà un’interpretazione erronea del salmo in questione;
il salmo, infatti, esprime un’incrollabile fiducia in Dio da parte
del giusto che sa confidare nella presenza dell’Onnipotente, nonostante
prove e pericoli. Il diavolo invece, vuole spingere questa fiducia fino
al punto della superbia e della presunzione: costringere Dio ad intervenire
miracolosamente in proprio soccorso sfidando il pericolo (gettati
da qui).
D = Gesù risponde, citando ancora la Sacra
Scrittura?
R = Si, cita il testo del Deuteronomio 6,16, per ammonire il Tentatore:
non si può imporre a Dio di intervenire in modo soprannaturale,
come se le creature potessero disporre della sua potenza a loro piacimento
(ciò è quanto si presume di fare con la magia).
D = Cosa intende S. Luca, con le parole: “Il
diavolo… si allontanò da lui fino al momento stabilito”?
R = Come già detto all’inizio, non che Gesù dopo
quest’assalto del nemico, non abbia più subito tentazioni
ma, dopo questo, il secondo terribile affronto del Tentatore sarà
con la Passione.
D = Ma Gesù, durante la tentazione, sarà
stato sfiorato, per qualche istante, da perplessità o da un minimo
di compiacenza per le proposte lusinghiere del Tentatore?
R = No, perché ciò sarebbe inconciliabile con l’impeccabilità
del Figlio di Dio, come si evince chiaramente dal NT. Le tentazioni
sono state reali, Gesù ha sofferto nel combatterle ma egli non
poteva soccombere nella prova poiché aveva chiara la nozione
del suo messianismo.
D = Oggi, alcuni sostengono che il “diavolo”
o “mondo satanico” sia un retaggio del pensiero
mitico pre-filosofico, quasi una realtà fiabesca; risponde al
vero tale ipotesi?
R = No, la più grande tentazione del diavolo è quella
di far credere agli uomini che egli non esiste, che solo la scienza
può dare certezze; che il peccato non esiste. L’esistenza
del diavolo è un dato, di relativa grandezza, che l’intervento
salvifico di Dio nei confronti dell’uomo peccatore presuppone
come reale. Così lo hanno interpretato i discepoli di Gesù
sulla base della sua predicazione e la dottrina ecclesiale fino ad oggi.
Lo stato di peccato in cui l’uomo si trova, infatti, non è
comprensibile come d’esclusiva responsabilità umana, ma
procede anche da un altro soggetto creato: il diavolo. L’essere
personale e malvagio che la Bibbia e la Tradizione chiama Satana o demonio
(cfr. Lc 8,30; Gb 1,6; 1Gv 2,13; Ap 12,3) è un dato essenziale
della Rivelazione divina, in rapporto alla Salvezza conquistataci da
Cristo. Tale Salvezza ha liberato la creatura umana dal potere che Satana
esercitava su di essa e che può esercitare ogni qual volta che
l’uomo rinuncia a Dio e rifiuta la sua Grazia.
Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
K. Rahner, Considerazioni dogmatiche sulla scienza e coscienza
di Cristo, in ID.,Roma, 1965.
P.Nicola Tornese s.j., “E voi chi dite che io sia”,
Napoli, 1990.
Dizionario teologico enciclopedico, ed. Piemme, Casale
Monferrato (Al), 2004.
I Classici Blu, I Quattro Vangeli, ed. BUR, Milano,
2005.