XX
domenica del tempo Ordinario/C
19 agosto 2007
Lc 12,49-57
[49]Sono
venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già
acceso! [50]C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato,
finché non sia compiuto! [51]Pensate che io sia venuto a portare
la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. [52]D'ora innanzi
in una casa di cinque persone [53]si divideranno tre contro due e due
contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro
figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.[54]Diceva
ancora, alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente,
subito dite: Viene la pioggia, e così accade. [55]E quando soffia
lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. [56]Ipocriti!
Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo
tempo non sapete giudicarlo? [57]E perché non giudicate da voi
stessi ciò che è giusto?
D:
Quale fuoco, Gesù, è venuto a portare nel mondo terreno?
R: Per alcuni studiosi: il fuoco dell’entusiasmo religioso, lo
zelo della carità, una lontana promessa della venuta dello Spirito
Santo, sotto forma di fuoco; secondo il pensiero di esegeti più
recenti: il fuoco della discordia e dell’odio, un fuoco che infiammerà
e purificherà i cuori.
D: Ma Gesù, vuole le discordie?
R: No di certo; tuttavia la sua Persona e la sua dottrina saranno occasione
di divisioni e di odi profondi.
D: Quando, Gesù, accenderà questo
fuoco?
R: Esso verrà acceso sulla Croce e la Croce darà inizio
ad un rinnovamento spirituale, che dilagherà nel mondo come un
incendio indomabile.
D: Qual è il battesimo che Gesù
deve ricevere e perché si sente angosciato?
R: Il Maestro avrà un battesimo di dolore, egli sarà immerso
nelle sofferenze più dure. Il Redentore conosce perfettamente
quale morte dolorosa lo attende, per tale motivo egli vive in uno stato
d’angoscia; tuttavia, ciò che più importa è
che sia compiuto, perché esso è un Sacrificio di Salvezza.
D: Perché Gesù afferma di essere
portatore di divisione e non di pace?
R: In tale contesto, egli vuole far capire che, con la sua venuta, Dio
è rivelato in tutta la verità del suo Essere e quindi,
tale venuta, attiva il tempo della Decisione.
D: Cosa vuol dire: “In una casa di cinque
persone…”?
R: Un numero simbolico che indica le famiglie, nelle quali regna l’unione
più profonda e sentita, perché fondata sui vincoli del
sangue. In tali famiglie, molto unite, si divideranno in due gruppi
opposti, al momento in cui bisognerà decidersi pro o contro Gesù.
D: Cosa vuol dire, Gesù, con le parole:
“E perché non giudicate da voi stessi ciò che è
giusto”?
R: Che bisogna riconoscere l’Era Messianica, perché il
Giudizio è vicino. “Ciò che è giusto”
cioè, quello che i presenti devono fare, vale a dire la penitenza,
ravvedersi finché vi è tempo.
D: Qual è il significato allegorico dei
vv. 58 e 59?
R: Indicano i doveri che si impongono ad ognuno all’avvicinarsi
dell’Era Messianica per evitare il severo giudizio di Dio. L’immagine
è tratta dal mondo giudiziario; quando due persone sono in conflitto
per ragioni d’interesse è prudente per il debitore, trovare
una composizione pacifica con il creditore prima di comparire dinanzi
al giudice, perché questi procederà secondo stretta equità
e non condonerà nulla del debito contratto. Secondo questo suggerimento
devono comportarsi i contemporanei di Gesù, per sottrarsi al
giudizio e alla punizione di Dio; essi ora hanno tempo di conciliarsi
con l’Onnipotente, facendo penitenza, altrimenti sarà troppo
tardi.
D: Possiamo pensare che il fuoco, portato da Cristo,
si è manifestato nelle grandi tappe della storia della Chiesa?
R: Certamente, questo fuoco ha mostrato tutta la sua potenza nei grandi
eventi della storia del Cristianesimo: nei concili ecumenici, nelle
spedizioni missionarie, nella guida morale di Stati e Governi da parte
della Chiesa, nella vita e nelle opere dei santi, nel rendere fragili
le grandi ideologie atee, anti-clericali, razionaliste e materialiste;
Dio con la sua Legge Eterna è sempre emerso dal cuore dell’uomo,
soprattutto in tempi di persecuzione per la Chiesa di Cristo.
D: Gesù può essere causa di divisione?
R: Gesù nell’immagine di Buon Pastore, non di certo; però
nell’immagine di Maestro, in materia di morale e di religione
e di Giudice Supremo e ultimo, certamente si. Il Gesù buono che
perdona sempre, dolcissimo, affettuoso, ecc. piace a tutti; la dottrina,
il messaggio del Maestro piace un po’ meno. L’annuncio del
Regno ci riempie di gioia, ma le esigenze del Regno divino si scontrano
con le realtà sociali, con una natura umana rimasta ferita dal
peccato originale, con le nostre tante schiavitù psichiche, fisiche
e mondane. Gesù diviene causa di divisione, perché non
tutti gli uomini lo accettano, perché all’interno dei gruppi
umani che si riconoscono come seguaci del Cristo, non tutti ascoltano
il suo messaggio allo stesso modo, perché nell’intimo d’ogni
uomo vi è una continua lotta tra bene e male e l’inabitazione
della SS. Trinità provoca tensione. Dio ci vuole costanti nel
bene e decisi nella scelta di schierarci con lui. Certamente non va
scartata l’immagine del Buon Pastore: Dio saprà essere
misericordioso con chi si sarà almeno sforzato di tendere al
Bene, seppur con modesti risultati.
Per maggiore approfondimento invito alla lettura di:
Benedetto Prete, I QUATTRO VANGELI, i classici blu, ed. BUR, Milano
2005