Approfondimento sul Vangelo della domenica

"Tante volte, nell’ascoltare la Parola di Dio, ci poniamo delle domande sul significato di alcune espressioni che per noi, nell’oggi, risultano inusuali. A volte non riusciamo a prestare la dovuta attenzione all’omelia del sacerdote, durante la Santa Messa. Capita, pure, che il sacerdote non può spiegare tutto nei pochi minuti dell’omelia, alcune pagine della Sacra Scrittura sono, infatti, ricchissime di significato.
Per questo motivo abbiamo pensato a questa “pagina” settimanale che ha lo scopo di rispondere alle domande che la Parola di Dio fa sorgere in noi."


XXX domenica del tempo ordinario/B
29 ottobre 2006

Mc 10, 46-52

[46]E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. [47]Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». [48]Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
[49]Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». [50]Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. [51]Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». [52]E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.


D: Dove si trova Gerico?
R: Si trova a 25 Km, a nord-est di Gerusalemme e a 8 Km dal fiume Giordano. Così il viaggio, iniziato a Cesarea di Filippo, si sta avvicinando alla meta in Gerusalemme.

D: Ha qualche significato, la menzione dei nomi del cieco e di suo padre?
R: Si, il fatto che Marco, a distanza di anni (quando, cioè, viene posta per iscritto la predicazione orale sugli avvenimenti riguardanti Gesù) ricorda i loro nomi, ci dice che essi, dopo la Passione e Risurrezione, siano diventati personaggi di una certa notorietà in seno alla giovane comunità cristiana. E’ logico pensare che coloro che avevano ottenuto una guarigione da Gesù e poi si erano convertiti al Cristianesimo, venissero spesso invitati a testimoniare la loro intensa e miracolosa esperienza del Cristo.
Infine, il passaggio dal cap. 8 (dove un anonimo cieco viene condotto a Gesù e gradualmente riacquista la vista ricevendo l’ordine di tenere segreta la sua guarigione) a questo cap. 10 (dove troviamo Bartimeo che attivamente cerca Gesù, viene guarito e lo segue), illustra, simbolicamente, il progresso nella fede.

D: Sono un semplice ricordo dell’evangelista, le parole: “Sedeva lungo la strada a mendicare” oppure, hanno un significato nell’ottica del senso allegorico della Sacra Scrittura?
R: In una lettura allegorica, si può leggere in questa immagine, la persona che postasi sulla strada di Cristo, si dispone in un atteggiamento di accoglienza, di bisogno (a mendicare) della Parola di Dio. Ciò è dimostrato da quello che segue.
Riguardo al senso allegorico della Sacra Scrittura, desidero spiegare che esso è la dimensione spirituale dell’enunciato biblico.

D: Esistono altri sensi (o significati) che possono emergere dai versetti o dai racconti della Sacra Scrittura?
R: Si, oltre al senso allegorico, vi è il senso letterale o “corporale” o storico (il significato immediato è ovvio); troviamo poi il senso morale (il messaggio etico sociale, le direttive per vivere -secondo la volontà di Dio- il rapporto con gli altri uomini e con Dio stesso). Infine, il senso anagogico (simile al senso allegorico ma con un significato più tecnico. Il senso profondo, delle verità bibliche, che “innalza”, “rimanda” il lettore, dalle realtà terrene alle realtà Celesti).

D: Perché Bartimeo, grida: “Figlio di Davide…” Chiedeva, forse, aiuto ad ogni Rabbi che passava davanti a lui?
R: No, semmai ciò che chiedeva, era l’elemosina, ma a tutti e non solo ai Rabbi (maestri).
Egli riconosce in Gesù, il Messia atteso, della discendenza davidica. E lo dimostra pronunciando un “titolo cristologico”.
Per la prima volta Gesù viene chiamato con questo titolo messianico e per la prima volta, ad eccezione dell’episodio di Pietro, viene riconosciuta la vera identità di Gesù da un essere umano e non da un demonio.

D: Perché, anche in questo caso come già era successo per i bambini, la folla dei seguaci di Gesù, sgrida il cieco per farlo tacere?
R: Perché tra gli ebrei, più ancora dei bambini, gli ammalati gravi non godevano di alcuna considerazione, tanto più che la loro malattia era considerata una maledizione di Dio. Alcuni dei seguaci di Gesù, poi, avranno certamente pensato che la presenza di uno straccione, di un maledetto da Dio, avrebbe rovinato l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme.

D: Perché Gesù, non chiama direttamente il cieco, ma lo fa chiamare dai suoi seguaci? Vi è qui un senso letterale o allegorico?
R: Vi è soprattutto un senso allegorico. Marco nel riportare questo episodio si pone due scopi: a) Raccontare un miracolo; b) raccontare un’esperienza vocazionale. Ora lo Spirito Santo attraverso la persona dell’autore sacro, vuole dirci che il Signore si serve dell’opera dei suoi discepoli per chiamare altri alla sua sequela e per continuare a svolgere la sua missione ora che egli salirà al Padre.

D: Possiamo leggervi un significato allegorico nel gesto del cieco: “Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi…” oppure è il semplice gesto di contentezza per essere stato chiamato dal Maestro?
R: Non è un semplice gesto di contentezza che Marco vuole presentare. Stando all’importanza che egli attribuisce, in tutto il suo Vangelo, alla stoffa nuova, al potere scaturente persino dal mantello di Gesù, agli abiti, l’evangelista vuole darci un messaggio più profondo. Il mantello per un cieco, per un povero era tutto, rappresentava il suo patrimonio. Questa scena è, quindi, simbolo della creatura umana, che lascia tutto ciò che ha, tutte le proprie sicurezze, per affidarsi con gioia e generosità (balzò) al Signore Gesù.

D: Gesù, certamente, già sapeva quale sarebbe stata la richiesta del cieco; perché chiede a Bartimeo: “Che vuoi che io ti faccia…”?
R: Certamente, Gesù, per il potere che gli era intrinseco, di leggere nei cuori delle persone non aveva alcun bisogno di ascoltare quale fosse la richiesta di Bartimèo; era anche prevedibile capire cosa cercasse un ammalato da un Rabbi con la fama di taumaturgo (guaritore). Il Cristo, però, con questa domanda vuole suscitare la sua fede. Egli vuole dai suoi seguaci, un rapporto confidenziale. Cerca, inoltre, di orientare la nostra sofferenza verso un’esperienza di fede, onde trasformare il dolore fisico o morale in un valore, in una virtù che può condurci a realizzare la nostra esistenza personale ad immagine e somiglianza di Dio.

D: Gesù, dice: “Và, la tua fede ti ha salvato”; perché non dice “ti ha guarito”?
R: Perché usando il termine “salvato” Gesù intende far capire a Bartimèo che non una semplice guarigione fisica, egli ha ottenuto, ma una guarigione spirituale che lo porterà a farsi discepolo del Regno. Gesù, infatti, non lo rimanda a casa come era accaduto per l’altro cieco, ma gli permette di porsi alla sua sequela (prese a seguirlo per la strada).

Per ulteriori approfondimenti, invitiamo alla lettura di: “Noi crediamo – Piccolo Catechismo” n.3, di
P. Nicola Tornese s.j. Napoli, 1992, pp. 13-22.
I classici blu –I QUATTRO VANGELI- Ed. BUR, 2005, Milano.
Commentario al Vangelo secondo Marco del teologo-esegeta: José Marìa Gonzàles-Ruiz.
Nuovo Grande Commentario Biblico della Queriniana, Brescia, 2002
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