CRISTO
RE dell'UNIVERSO
25 novembre 2007
Lc 23, 35-43
[35]
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha
salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il
suo eletto». [36] Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano
per porgergli dell'aceto, e dicevano: [37] «Se tu sei il re dei
Giudei, salva te stesso». [38] C'era anche una scritta, sopra
il suo capo: Questi è il re dei Giudei. [39] Uno dei malfattori
appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te
stesso e anche noi!». [40] Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche
tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41] Noi giustamente,
perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece
non ha fatto nulla di male». [42] E aggiunse: «Gesù,
ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». [43] Gli rispose:
«In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
D:
Perché i capi degli ebrei rigettano Gesù?
R: Perché Gesù ha fatto capire loro
di essere il Figlio di Dio in modo unico ed eccelso. Per essi l’affermazione
di Gesù contrastava con il rigido concetto monoteistico che essi
avevano della divinità. L’umile origine di Gesù
rendeva difficile anche il suo riconoscimento come Messia. I grandi
miracoli del Signore: la Risurrezione di Lazzaro, la moltiplicazione
dei pani, ecc. fecero nascere nel cuore dei capi religiosi degli ebrei,
che non erano esenti da superbia, da vanagloria e da arrivismo: sentimenti
d’invidia e di paura. Il timore di perdere, quella certa libertà
e potere che l’Impero Romano gli accordava, affinché tenessero
calmo il popolo, invogliandolo a pagare le tasse.
D:
Quali sono state le conseguenze di questo rigetto?
R: Rigettando Gesù, il popolo è rimasto assolutamente
solo. Solo nelle mani di banditi e guerriglieri, di Barabba e dei suoi
sogni, di Roma e della sua ideologia militare e politica. Accogliendo
Gesù, il mondo, avrebbe arrestato la sua ruota di morte; rifiutandolo,
si è tentato di trasformare l’Evento per eccellenza in
un semplice momento dell’immensa ruota di questo mondo, un momento
delle sue lotte e delle sue morti, un momento di quell’odio che
condurrà la terra d’Israele a divenire un mucchio di rovine:
la condanna di Gesù diviene l’autocondanna di Gerusalemme.
D:
Si è tentato di trasformare l’Evento di Salvezza in evento
di morte o, praticamente, ci si è riusciti?
R: Sul piano umano, l’Evento del Messia è stato un fallimento;
sul piano spirituale assolutamente no. Dio sa trasformare il male in
bene, egli non si scoraggia di fronte agli errori e alla malvagità
umana. L’oblazione cruenta di suo Figlio è stata trasformata
in una sorgente feconda di grazia che condurrà l’umanità
alla Salvezza.
D:
Ma la morte di Gesù, non è diventata una maledizione per
i suoi accusatori?
R: No, Gesù non volle divenire causa di maledizione per la gente:
“padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”
(Lc 23,34). Con lui termina la catena dell’offesa e della vendetta;
in lui si spezza quella linea di peccato e di maledizione che pendeva
sul mondo. Dio ha fatto abbondare la Grazia e il Perdono proprio quando
il Peccato aveva raggiunto il suo massimo traguardo: la morte in croce
del Figlio di Dio.
INFERNO
III
parte
D:
Ma, Ades nel NT, non indica anche lo stato di vita dei senzadio?
R: Si, tale è il caso del ricco epulone
che subito dopo la morte va nell’Ades, tra i tormenti (Lc 16,23)
mentre Lazzaro, povero e buono, passa in uno stato di gioia, per la
comunione con Dio.
D:
Vi è qui, una novità rispetto all’AT?
R: Certo, si evince una migliore conoscenza circa il destino ultimo
dell’uomo. Mentre, infatti, lo Sceol degli antichi ebrei raccoglieva
tutti i morti, buoni e cattivi, nel NT i malvagi hanno in sorte la sofferenza
e i tormenti, ma ai buoni è riservata la felicità.
D:
Il termine Geenna, ha un significato letterale o solo simbolico?
R: Possiede entrambi i significati. Letteralmente, Geenna indica la
“valle dei figli di Hinnòn”, una valle a Sud di Gerusalemme,
che al tempo di alcuni re di Giuda, divenne luogo di culti idolatrici.
Ivi, gli stessi re Achaz (736-721 a.C.) e Manasse (693-639 a.C.) sacrificarono
i loro figli al dio Moloch (cf. 2Re 16,3; 21,6; 2Cr 28,3; Ger 7,32).
Contro questi abomini tuonò la voce dei profeti: Yahvé
non aveva mai chiesto -e mai li avrebbe chiesti- sacrifici umani (cf.
Ger 7,31). Yahvé maledisse quella valle e per bocca dei profeti
annunciò che essa sarebbe stata simbolo di punizione e sofferenza,
mentre il suo nome sarebbe divenuto: valle della strage.
D:
Cosa avvenne in seguito?
R: Avvenne che, il pio re riformatore Giosia (640-609 a.C.), fece di
quella valle un luogo impuro, dove venivano gettati i cadaveri dei giustiziati
(cf. 2Re 23,10). Questa valle divenne, poi, simbolo della futura punizione
dei malvagi. Il profeta Isaia, annunciando la futura restaurazione,
indicherà quella valle, come esempio del castigo divino che subiranno
i ribelli (cf. Is 66,24; Mc 9,48).
D:
Qual è il significato di Geenna, nel NT?
R: Nel NT, tale termine ha solo un significato simbolico. Gli ebrei
del tempo di Gesù, conoscevano l’interpretazione allegorica
che i profeti e la letteratura apocalittica avevano fatto della valle
di Ben Hinnon. Quando Gesù né parlava, i suoi interlocutori
non prendevano in considerazione il luogo in se stesso ma il suo significato
simbolico. Per farsi ben capire, Gesù non solo usava le stesse
parole dei profeti (cf. Mc 9,47-48; Is 66,24), ma precisava che il fuoco
eterno della Geenna era stato preparato per il diavolo e i suoi associati
(cf. Mt 25,41).
Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana,
P. Nicola Tornese SJ, Inferno, Padri Gesuiti, Viale
S.Ignazio, 51 – 80131 Napoli.