I
domenica di Avvento/A
2 dicembre 2007
Mt 24, 37-44
[37]
Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del
Figlio dell'uomo. [38] Infatti, come nei giorni che precedettero il
diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando
Noè entrò nell'arca, [39] e non si accorsero di nulla
finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così
sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. [40] Allora due
uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato.
[41] Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra
lasciata.
[42] Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore
vostro verrà. [43] Questo considerate: se il padrone di casa
sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si
lascerebbe scassinare la casa. [44] Perciò anche voi state pronti,
perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
D:
Cosa c’insegna il periodo d’Avvento?
R: Il periodo forte dell’Avvento, c’insegna
a guardare indietro, in quella meravigliosa grotta, dove 2000 e più
anni fa il Figlio di Dio, la 2° Persona della SS. Trinità,
assunse carne umana nel grembo verginale di Maria SS.; c’insegna
a riflettere sulla storia, sull’incontro fruttuoso tra l’evento
del Cristo e le varie epoche umane; c’insegna a meditare sul nostro
presente, sull’incontro personale di ogni uomo con Gesù
Via, Verità e Vita e in ultimo c’insegna a guardare avanti,
al futuro escatologico, quando il Bambino Divino divenuto “Figlio
dell’Uomo” e “Servo Sofferente” e di conseguenza
Redentore, ritornerà in tutta la sua Gloria.
D: Ma se il Regno di Dio è già fra noi, che significa
che deve venire?
R: Si, il Regno di Dio è già fra noi, perché il
Figlio dell’uomo è rimasto presente tra noi; è presente
nell’Eucaristia in un modo sublime, è presente nel sacerdote
che amministra i sacramenti, è presente nell’enunciazione
della Sacra Scrittura. Ma il Re divino deve venire nel cuore d’ogni
uomo; fiumi di misericordia devono spegnere le fiamme dell’odio
che affliggono gli uomini; deve ritornare il Messia affinché
gli uomini ritornino ad innalzare il loro sguardo al Cielo, oltre le
nuvole della loro cecità perché i loro occhi ritrovino
la luce.
D:
Che significa, il continuo riferimento al cielo, che riscontriamo nelle
Sacre Scritture?
R: Il “Cielo”, secondo il linguaggio biblico è la
dimora di Dio. Il cielo è presente, anche, nel cuore umano; diviene
il confine tra la dimensione terrena e la dimensione divina. Nella nostra
coscienza sentiamo la voce di Dio che c’invita a seguire le sue
leggi, ad accogliere con la giusta attenzione il Figlio che continuamente
cerca di abitare nel nostro Essere, per riempirci con la pienezza dell’Amore.
D: Come mai gli uomini “non si accorsero
di nulla” prima del Diluvio?
R: Quando l'attenzione dell'uomo si volge esclusivamente ai bisogni
primari: mangiare, bere, prendere moglie/marito, non ci si accorge della
venuta di Dio. I confini naturali limitano lo sguardo ad un orizzonte
molto ristretto che non sa vedere oltre la sazietà dell'istante
presente. Chiedersi del perché di un'arca costruita sui monti
costa troppa fatica!
D:
Chi era Noé?
R: Un uomo che aveva la confidenza di Dio, perché camminava nel
bene. E Dio gli disse di costruire un'arca per salvare se stesso e la
sua famiglia quando sarebbe venuto il diluvio sulla terra. Tutti pensavano
a sé e non si accorsero che Noé era entrato nell'arca.
Nella vita di ognuno succede la stessa cosa. Gesù ha costruito
un'arca per tutti: la Chiesa, ma nessuno si accorge di quanto sia importante
entrare in quest’Arca mistica! Ognuno continua a pensare ai suoi
affari, senza curarsi di capire ciò che succede intorno a se,
oltre il suo piccolo mondo. Eppure, ogni giorno è giorno di diluvio.
Le acque del male, invadono le società umane, e molti annegano
in esse. Chi sa nuotare riesce, per un po’, a mantenersi in superficie,
prima di naufragare. Chi non sa nuotare, affoga subito! Con il male
non si scherza.
INFERNO
IV
parte
D: Nel NT, la Geenna è sempre connessa
con l’immagine del fuoco?
R: Si, soprattutto del fuoco inestinguibile; tale immagine ricorre anche,
là dove la parola Geenna è sottintesa (cf. Mt 5,22; Mc
9,43; Mt 3,10-12; Lc 3,9-17; ecc.).
D:
Nell’Apocalisse l’immagine del fuoco, si accompagna a quella
dello zolfo opp. del lago o stagno; quest’ultima immagine da dove
è attinta?
R: E’ attinta dall’ambiente del Mar Morto, triste ricordo
della punizione divina di Sodoma e Gomorra (Ap 14,10; 19,20; ecc.).
D:
Vi sono, nel NT, altre immagini della Geenna?
R: Si, esse sono: il verme roditore che non muore (cf. Mc 9,46; Is 46,24);
la prigione e la tortura (cf. Mt 5,29-30), il pianto e lo stridore di
denti (cf. Mt 8,12), le tenebre (cf. Mt 22,13; Gv 8,12).
D:
Nelle varie Novene, nei racconti dei mistici, sembra che queste immagini
bibliche, debbano essere interpretate alla lettera; è così?
R: Assolutamente no, tali immagini hanno un significato allegorico.
Sono immagini di una realtà, cioè di una condizione o
modo d’essere, che più del corpo fisico del peccatore,
toccano la parte più intima della sua persona: la mente e il
cuore. Quando, nelle devozioni, ci troviamo di fronte ad interpretazioni
letterali del fuoco dell’Inferno, sono esagerazioni o deviazioni.
I Santi che hanno avuto il dono da Dio di vedere, da vivi, il Paradiso,
il Purgatorio e l’Inferno, hanno visto queste dimensioni trascendenti,
secondo le loro categorie mentali, attingendo da immagini del mondo
terreno.
D:
Ma, il NT, per parlare dell’Inferno fa uso solo delle immagini?
R: No, né parla anche attraverso una dottrina chiara, senza far
uso d’immagini o di parabole (cf. Lc 13,27-28; Mt 25,34; 1Cor
6,9-10; ecc.).
D:
In conclusione, cosa è l’Inferno, secondo il NT?
R: L’Inferno è la condizione del peccatore indurito che
è cacciato fuori del Regno, cioè che è escluso
dalla comunità del Re e dei Salvati. La condizione dello Stato
infernale è l’antitesi della condizione dello Stato paradisiaco;
quest’ultimo è “giustizia, pace e gioia nello Spirito
Santo” (Rom 14,17). Nell’Inferno non esiste pace e gioia
perché non vi è la presenza dello Spirito Santo e le ingiustizie
della vita terrena mordono, continuamente, la coscienza dei dannati.
Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana,
P. Nicola Tornese SJ, Inferno, Padri Gesuiti, Viale
S.Ignazio, 51 – 80131 Napoli.