II
domenica
di Quaresima/A
17 febbraio 2008
Mt 17, 1-9
[1]Sei
giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni
suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. [2]E fu trasfigurato
davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti
divennero candide come la luce. [3]Ed ecco apparvero loro Mosè
ed Elia, che conversavano con lui. [4]Pietro prese allora la parola
e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare
qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosé
e una per Elia». [5]Egli stava ancora parlando quando una nuvola
luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi
è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
[6]All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e
furono presi da grande timore. [7]Ma Gesù si avvicinò,
li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». [8]Sollevando
gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. [9]
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non
parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo
non sia risorto dai morti».
D: Cosa rappresentano, qui, Pietro, Giacomo e
Giovanni?
R: Rappresentano il nuovo popolo di Dio e il Magistero, cioè,
le guide autorevoli di questo nuovo popolo che si mostrerà al
mondo come la Chiesa di Cristo.
D:
Cosa significa che “li condusse in disparte”?
R: Letteralmente, significa, che Dio aveva scelto, per il momento, come
testimoni diretti del fenomeno soprannaturale della Trasfigurazione,
solo questi tre apostoli; allegoricamente significa che per fare un’esperienza
forte del divino, bisogna distaccarsi un po’ dal mondo che ci
circonda; bisogna trovare il tempo e il luogo adatto per appartarsi
con Gesù.
D:
Cosa è la trasfigurazione?
R: È un’epifania, cioè, una manifestazione soprannaturale
di Dio. Attraverso la Trasfigurazione, Gesù, si mostra come vero
Dio e vero uomo.
D:
Perché appaiono, presenti nella scena, Mosé ed Elia?
R: Perché questa “teofania” deve rappresentare, per
i tre apostoli, il passaggio definitivo tra l’Antica e la Nuova
Alleanza: La Legge, rappresentata da Mosé e l’attitudine
a profeta, rappresentata da Elia trovano la massima perfezione e il
compimento in Cristo Gesù.
D:
Mosé ed Elia, si limitavano a conversare con Gesù?
R: Si, perché il loro tempo, cioè, il tempo dell’agire
o della missione affidatagli da Dio, era concluso. La riflessione rabbinica,
prevedeva, che questi due grandi personaggi del passato, fossero ricomparsi
nell’era messianica per preparare il Nuovo Israele. Nell’episodio
della Trasfigurazione, essi sono presenti, ma solo per parlare con Gesù.
Essi devono sostenere il Maestro (nella sua natura umana), con la parola
e la preghiera, poiché, ora, la Missione è solo del Figlio
di Dio: solo il Dio Incarnato, può Salvare l’umanità
dal peccato.
D:
Pietro, prende la parola; perché questa indicazione?
R: Per sottolineare l’importanza di S.Pietro all’interno
del gruppo dei Dodici e dell’intera comunità cristiana.
D:
S.Pietro non voleva lasciare quel luogo?
R: No di certo; stava vivendo, insieme, con Giacomo e Giovanni, un’anticipazione
del Paradiso.
D:
Cosa indica la nuvola luminosa?
R: Indica, come già detto, una “teofania”, in altre
parole, una manifestazione maestosa e straordinaria di Dio.
D:
Dio comanda agli apostoli di ascoltare il Figlio; cosa vuol dire?
R: Letteralmente, vuol dire che gli apostoli devono ascoltare le parole
di Gesù e metterle in pratica; allegoricamente, vuol essere segno
del rapporto intrinseco che dovrà, sempre, esistere tra il Maestro
Divino e i discepoli. I discepoli dovranno guidare il Nuovo Israele,
sul fondamento dei fatti e degli insegnamenti di Gesù, nutrendosi
a tale linfa vitale.
D:
Perché gli apostoli si prostrano a terra?
R: Perché capiscono che si trovano nel bel mezzo di una “teofania”,
sono faccia a faccia con Dio. Si prostrano per il naturale timore dinanzi
all’eccezionale evento; esso, però, non è un timore
inteso come paura, ma come atto reverenziale di adorazione all’Altissimo.
D:
Gesù però gli dice di non temere?
R: Si, il Maestro Divino fa sentire ai tre apostoli, la sua presenza
e la sua parola rassicurante. Gesù vuol insegnar loro e attraverso
gli stessi apostoli, a tutta la cristianità, che la fiducia nella
sua costante presenza sarà fondamentale per rialzarsi, ad ogni
caduta; la fede nella sua Grazia misericordiosa e nel suo sguardo affettuoso,
formerà l’armamentario “della luce” che permetterà
ai cristiani di vincere ogni battaglia!
Scritture
ispirate
D:
E’ vero che si può parlare di analogia tra la nascita
di Gesù e l’origine della Bibbia?
R: Si, Lo Spirito Santo venne su Maria e la "potenza dell'Altissimo"
la coprì dell'ombra Sua, così il "Santo" nato
da lei fu "chiamato il Figlio di Dio" (Lc 1,35). Gesù
era perfettamente identificabile come uomo e non c'è alcun
dubbio che avesse le caratteristiche fisiche degli uomini e, più
precisamente, degli Ebrei; ma Egli era anche il divino Figlio di Dio.
Come lo Spirito Santo venne su Maria ed ella concepì Gesù
nel suo seno, nello stesso modo lo Spirito Santo coprì con
la sua ombra le facoltà mentali degli scrittori della Sacra
Scrittura, facendo loro scrivere la Bibbia. I loro scritti portano
l'impronta della personalità umana propria d’ogni singolo
autore, le caratteristiche ed il vocabolario di ognuno sono evidenti,
ma gli scritti non sono contaminati dalla miseria umana, allo stesso
modo in cui le caratteristiche fisiche degli Ebrei, che Gesù
possedeva. non contaminarono la Sua indiscussa divinità.
D:
Che cosa s’intende per ispirazione verbale?
R: S’intende che ogni parola dei manoscritti originali fu ispirata
da Dio. Con questo non si deve intendere che gli scrittori erano dei
semplici segretari che scrivevano sotto dettatura dell'Onnipotente,
bensì che ciascuno scrittore biblico usò soltanto quelle
parole del proprio vocabolario che lo Spirito Santo approvava o che
gli suggeriva di usare. I punti delle Scritture che sostengono l'ispirazione
verbale sono tanti; né cito un paio: 1 Ts 2,13= "Per questa
ragione anche noi ringraziamo sempre Dio: perché quando riceveste
da noi la parola della predicazione di Dio, voi l'accettaste non come
parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di
Dio, la quale opera, efficacemente, in voi che credete"; 1 Cor
14,37= "Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca
che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore".
Dio si servì di tanti uomini per scrivere i libri che compongono
la Bibbia, si servì del vocabolario, dello stile e della personalità
di ogni scrittore per far scrivere la Sua esatta Rivelazione. In altre
parole, l'esecuzione umana fu rispettata al punto che le caratteristiche
degli scrittori furono preservate. Questo implicò una misteriosa
reciprocità d’azione tra lo Spirito di Dio e l'uomo.
D:
Che cosa s’intende per ispirazione plenaria?
R: S'intende che ogni parte della Scrittura, e non alcuni libri solamente,
è ispirata. In pratica l'intera Bibbia è Parola di Dio.
Senza possibilità di contestazione, le Scritture affermano
la loro ispirazione. Più di duemila volte, infatti, nella Bibbia
si trova la frase: "Così dice il Signore" o equivalenti
e nei soli libri profetici si trovano 1300 affermazioni di questo
genere. Leggendo la Legge, inoltre, si rimane colpiti dalla ricorrenza
della frase: "E l'Eterno disse a Mosè". Praticamente,
i libri della Legge si sviluppano sotto la direzione divina (Dt 29,1;
31,16-19). Davide rivendica l'ispirazione verbale: "Lo Spirito
dell'Eterno ha parlato per mio mezzo, e la Sua parola è stata
sulle mie labbra" (2 Sam 23,2). Il Nuovo Testamento, riferendosi
all'Antico, lo cita col nome di Scritture per 59 volte. Nel NT ci
sono 284 citazioni dell'Antico ed appaiono in ben diciassette libri.
La testimonianza di Cristo sull'ispirazione e sull'autorità
dell'Antico Testamento è al di sopra d’ogni questione.
Inoltre Gesù sostenne gli assalti di Satana citando le Scritture,
ma Egli ripetutamente si riferì ad eventi della Sua vita come
ad un adempimento di esse.
Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
Nuovo Grande Commentario
Biblico, Queriniana;
P. Nicola Tornese SJ, Battesimi e battesimo? Padri Gesuiti, Viale S.Ignazio,
51 – 80131 Napoli;