IV
domenica
del tempo ordinario/A
3 febbraio 2008
Mt 5, 1-12
[1]Vedendo
le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere,
gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola,
li ammaestrava dicendo:[3]«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti,
perché saranno consolati. [5]Beati i miti, perché erediteranno
la terra. [6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché
saranno saziati. [7]Beati i misericordiosi, perché troveranno
misericordia. [8]Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
[9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli
di Dio. [10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché
di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando v’insulteranno,
vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di
voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande
è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, hanno
perseguitato i profeti prima di voi.
D: E’ importante l’accenno alla salita di Gesù sul
monte, prima della proclamazione delle Beatitudini?
R: Si, la citazione del monte è importantissima, perché,
simboleggia la condizione fondamentale di chi vuole porsi alla sequela
del Cristo: 1) il distacco dai beni terreni e 2) l’orientamento
della propria vita verso Dio. La salita sul monte è anche espressione
della compassione di Gesù per il popolo, ciò emerge dal
confronto con Mt 9,36: "Vedendo le folle né senti’compassione,
perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore".
Dal popolo egli non si allontana, ma sale verso l’alto, per poterlo
tutto abbracciare con lo sguardo, e rivolgergli l’invito ad entrare
nel Regno di Dio. L’espressione:“salì sul monte”,
inoltre, non intende, specificamente, una località geografica
ma richiama simbolicamente, due monti principali nella storia d’Israele:
il monte Sinai, dove Dio diede a Mosé le sue leggi (Es 31,18),
e il monte Sion, il luogo dove risiedeva il tempio e la gloria di Dio.
Quest’espressione, quindi, indica che la Legge Antica è
ora interpretata e perfezionata dall’Atteso Messia, il definitivo
Legislatore che è Tempio vivente di Dio: Gesù di Nazaret.
D: Ma Gesù, eleva la povertà a Beatitudine?
R: No, semmai, eleva a Beatitudine la generosità. Il Maestro
in questa prima parte del Discorso della Montagna, rivolge un invito
ai credenti, affinché, tutti i cristiani s’impegnino ad
eliminare le cause della povertà; potremmo parafrasare così:
beati i poveri perché troveranno accoglienza nel Regno di Dio,
che sulla Terra, è rappresentato dalla Chiesa. Gesù, nel
Vangelo di Matteo, dice "beati i poveri per lo spirito" è
importante, qui, comprendere cosa significa "per lo spirito".
Non e' lo Spirito Santo, ma bensì e' lo "spirito dell'uomo",
un'energia interiore, per cui, Gesu' è come se dicesse: "Beati
coloro che sono poveri per una spiritualità viva che hanno dentro".
Gesù, infatti, non ci vuole togliere qualcosa, i beni terreni
sono anch’essi frutto della Creazione e si presentano, in se stessi,
buoni se non sono usati male dagli uomini. Il fine del Cristo è
che la creatura umana raggiunga la pienezza della sua maturità
umana e spirituale. La schiavitù o l’ossessione per i beni
terreni non aiuta, certamente, in questa crescita, che è un cammino
di perfezione verso la piena comunione con Dio.
D: Che cosa significa: “Regno dei Cieli”?
R: In questo contesto, la frase di Gesù, attinta da un’espressione
ebraica, non significa, specificamente, il regno dell'aldilà',
ma esprime "quelli che hanno Dio per re".
D: Quindi, poveri in senso evangelico, non vuol
dire essere miseri?
R: Assolutamente no, i Poveri in senso evangelico non sono quanti vivono
nella miseria, che è sempre scomoda e spesso tragica: Gesù
non approva le ingiustizie sociali e non predica il quietismo; poveri
in spirito non sono quelli che rifiuta, perfino, il desiderio di possesso
e di potenza, ma sono coloro che non vogliono dominare, che non vogliono
essere felici senza gli altri, coloro che positivamente fondano tutta
la vita sull’unico Padre e Signore, chi cerca Dio solo e lo proclama
sopra tutti i valori.
D: In sintesi, come potremmo leggere le altre
Beatitudini con riferimento al nostro agire?
R: Le altre sette Beatitudini sono soltanto una conseguenza di questa
prima Beatitudine, che potremmo semplificare in questo modo: occupatevi
del bene, della felicità e del benessere degli altri, perché
finalmente permetterete al Padre di occuparsi della vostra felicità.
Il cambio è vantaggioso!
IL
BATTESIMO - IV
parte
D:
Che cosa distingue il Battesimo istituito da Gesù, da qualsiasi
altro rito battesimale o d’Iniziazione di altre religioni?
R: Ciò che distingue il Battesimo cristiano da altri riti,
alquanto simili, è il dono dello Spirito Santo. Il Battista
insisteva su questa importante differenza tra il suo battesimo e il
Battesimo del Cristo (cfr. Mt 3,11); Gesù spiegherà
a Nicodemo che bisogna rinascere da acqua e da Spirito (cfr. Gv 3,5);
S.Pietro lo dichiarerà solennemente il giorno di Pentecoste
(At 2,38) poiché egli considera, attraverso l’amministrazione
del Battesimo, realizzata la profezia di Gioele, in cui Dio asserisce
che manderà il suo Spirito su tutti gli uomini (cfr. At 2,17;
2,38).
D: Quindi nel battesimo, riceviamo lo Spirito
Santo come un dono, un carisma?
R: No, lo riceviamo come Terza Persona della SS.Trinità, che
abita in noi come in una Chiesa ed elargisce ad ogni persona doni
e carismi, secondo il suo volere e in forza della disponibilità
umana alla sua azione (cfr. Rm 8,11; 1Cor 3,16-17; 12,4-11).
D: In che consiste, precisamente, il dono o
forza o carisma, che lo Spirito Santo effonde nel Battezzato?
R: Consiste in una vita nuova, in una rinascita: lo Spirito viene
dalla sfera dell’invisibile, del trascendente, ed infonde nell’uomo
la Vita Nuova dei Figli di Dio (cfr. Gv 3,5; Gal 4,6-7; Gv 1,12-13;
Gal 3,26; 1Gv 5,1).
D: Chi può ricevere il Battesimo e quindi
i suoi effetti?
R: La Bibbia afferma, senza ombra di dubbio, che tutti gli uomini
possono e devono ricevere il Battesimo (cfr. Gv 7,39; 13,23; Rm 8,15;
2Tm 2,12; Ap 7,17), logicamente, nel pieno rispetto della libertà
religiosa e sociale. Dio non fa differenze di persone; egli vuole
effondere, attraverso il sacramento del Battesimo, i doni dello Spirito
Santo su tutti, avendo nella sua Onnipotenza il modo di trasmettere
tali doni ed effetti anche su coloro che non sono cristiani, ma che
secondo il proprio Credo o la propria moralità si fanno guidare
dalla Legge Divina che è scritta nel loro cuore, siano essi
ebrei, buddisti, animisti, induisti, islamici, ecc.
Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di: Nuovo Grande Commentario
Biblico, Queriniana;
P. Nicola Tornese SJ, Battesimi e battesimo? Padri Gesuiti, Viale S.Ignazio,
51 – 80131 Napoli;
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