Approfondimento sulla Sacra Scrittura

"Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, devoti di Maria SS., Pace e bene.
In questo nuovo anno pastorale le “domande e risposte sul Vangelo”, si presentano con un nuovo “abito” diventando “domande e risposte sulla Bibbia”. Il lavoro è svolto con uno sguardo meno minuzioso al Vangelo della domenica, onde dare spazio alla trattazione di tematiche della dottrina della Chiesa Cattolica nel loro primo fondamento:
La Sacra Scrittura."

Don Salvatore Di Mauro OFS - Vicario parrocchiale


IV domenica del tempo ordinario/A
3 febbraio 2008

Mt 5, 1-12

[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:[3]«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti, perché saranno consolati. [5]Beati i miti, perché erediteranno la terra. [6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. [7]Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. [8]Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. [9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. [10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando v’insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, hanno perseguitato i profeti prima di voi.




D: E’ importante l’accenno alla salita di Gesù sul monte, prima della proclamazione delle Beatitudini?
R: Si, la citazione del monte è importantissima, perché, simboleggia la condizione fondamentale di chi vuole porsi alla sequela del Cristo: 1) il distacco dai beni terreni e 2) l’orientamento della propria vita verso Dio. La salita sul monte è anche espressione della compassione di Gesù per il popolo, ciò emerge dal confronto con Mt 9,36: "Vedendo le folle né senti’compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore". Dal popolo egli non si allontana, ma sale verso l’alto, per poterlo tutto abbracciare con lo sguardo, e rivolgergli l’invito ad entrare nel Regno di Dio. L’espressione:“salì sul monte”, inoltre, non intende, specificamente, una località geografica ma richiama simbolicamente, due monti principali nella storia d’Israele: il monte Sinai, dove Dio diede a Mosé le sue leggi (Es 31,18), e il monte Sion, il luogo dove risiedeva il tempio e la gloria di Dio.
Quest’espressione, quindi, indica che la Legge Antica è ora interpretata e perfezionata dall’Atteso Messia, il definitivo Legislatore che è Tempio vivente di Dio: Gesù di Nazaret.

D: Ma Gesù, eleva la povertà a Beatitudine?
R: No, semmai, eleva a Beatitudine la generosità. Il Maestro in questa prima parte del Discorso della Montagna, rivolge un invito ai credenti, affinché, tutti i cristiani s’impegnino ad eliminare le cause della povertà; potremmo parafrasare così: beati i poveri perché troveranno accoglienza nel Regno di Dio, che sulla Terra, è rappresentato dalla Chiesa. Gesù, nel Vangelo di Matteo, dice "beati i poveri per lo spirito" è importante, qui, comprendere cosa significa "per lo spirito". Non e' lo Spirito Santo, ma bensì e' lo "spirito dell'uomo", un'energia interiore, per cui, Gesu' è come se dicesse: "Beati coloro che sono poveri per una spiritualità viva che hanno dentro". Gesù, infatti, non ci vuole togliere qualcosa, i beni terreni sono anch’essi frutto della Creazione e si presentano, in se stessi, buoni se non sono usati male dagli uomini. Il fine del Cristo è che la creatura umana raggiunga la pienezza della sua maturità umana e spirituale. La schiavitù o l’ossessione per i beni terreni non aiuta, certamente, in questa crescita, che è un cammino di perfezione verso la piena comunione con Dio.

D: Che cosa significa: “Regno dei Cieli”?
R: In questo contesto, la frase di Gesù, attinta da un’espressione ebraica, non significa, specificamente, il regno dell'aldilà', ma esprime "quelli che hanno Dio per re".

D: Quindi, poveri in senso evangelico, non vuol dire essere miseri?
R: Assolutamente no, i Poveri in senso evangelico non sono quanti vivono nella miseria, che è sempre scomoda e spesso tragica: Gesù non approva le ingiustizie sociali e non predica il quietismo; poveri in spirito non sono quelli che rifiuta, perfino, il desiderio di possesso e di potenza, ma sono coloro che non vogliono dominare, che non vogliono essere felici senza gli altri, coloro che positivamente fondano tutta la vita sull’unico Padre e Signore, chi cerca Dio solo e lo proclama sopra tutti i valori.

D: In sintesi, come potremmo leggere le altre Beatitudini con riferimento al nostro agire?
R: Le altre sette Beatitudini sono soltanto una conseguenza di questa prima Beatitudine, che potremmo semplificare in questo modo: occupatevi del bene, della felicità e del benessere degli altri, perché finalmente permetterete al Padre di occuparsi della vostra felicità. Il cambio è vantaggioso!


IL BATTESIMO - IV parte

D: Che cosa distingue il Battesimo istituito da Gesù, da qualsiasi altro rito battesimale o d’Iniziazione di altre religioni?
R: Ciò che distingue il Battesimo cristiano da altri riti, alquanto simili, è il dono dello Spirito Santo. Il Battista insisteva su questa importante differenza tra il suo battesimo e il Battesimo del Cristo (cfr. Mt 3,11); Gesù spiegherà a Nicodemo che bisogna rinascere da acqua e da Spirito (cfr. Gv 3,5); S.Pietro lo dichiarerà solennemente il giorno di Pentecoste (At 2,38) poiché egli considera, attraverso l’amministrazione del Battesimo, realizzata la profezia di Gioele, in cui Dio asserisce che manderà il suo Spirito su tutti gli uomini (cfr. At 2,17; 2,38).

D: Quindi nel battesimo, riceviamo lo Spirito Santo come un dono, un carisma?
R: No, lo riceviamo come Terza Persona della SS.Trinità, che abita in noi come in una Chiesa ed elargisce ad ogni persona doni e carismi, secondo il suo volere e in forza della disponibilità umana alla sua azione (cfr. Rm 8,11; 1Cor 3,16-17; 12,4-11).

D: In che consiste, precisamente, il dono o forza o carisma, che lo Spirito Santo effonde nel Battezzato?
R: Consiste in una vita nuova, in una rinascita: lo Spirito viene dalla sfera dell’invisibile, del trascendente, ed infonde nell’uomo la Vita Nuova dei Figli di Dio (cfr. Gv 3,5; Gal 4,6-7; Gv 1,12-13; Gal 3,26; 1Gv 5,1).

D: Chi può ricevere il Battesimo e quindi i suoi effetti?
R: La Bibbia afferma, senza ombra di dubbio, che tutti gli uomini possono e devono ricevere il Battesimo (cfr. Gv 7,39; 13,23; Rm 8,15; 2Tm 2,12; Ap 7,17), logicamente, nel pieno rispetto della libertà religiosa e sociale. Dio non fa differenze di persone; egli vuole effondere, attraverso il sacramento del Battesimo, i doni dello Spirito Santo su tutti, avendo nella sua Onnipotenza il modo di trasmettere tali doni ed effetti anche su coloro che non sono cristiani, ma che secondo il proprio Credo o la propria moralità si fanno guidare dalla Legge Divina che è scritta nel loro cuore, siano essi ebrei, buddisti, animisti, induisti, islamici, ecc
.

Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana;
P. Nicola Tornese SJ, Battesimi e battesimo? Padri Gesuiti, Viale S.Ignazio, 51 – 80131 Napoli;

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