NATALE
2014


Domenica
30 novembre, con la prima domenica d’Avvento prende inizio
il tempo forte dell’Avvento, primavera dello spirito,
e con esso il nuovo anno liturgico.
Dopo aver sostato ai piedi della Croce per riconoscere lo splendore
della regalità di Gesù, la liturgia ci riporta ai blocchi
di partenza con il tempo dell'Avvento.
La teologia dell'Avvento ruota attorno a due prospettive principali.
Da una parte con il termine "adventus" (=
venuta, arrivo) si è inteso indicare l'anniversario della prima
venuta del Signore; d'altra parte designa la seconda venuta alla fine
dei tempi. "Il tempo liturgico dell’Avvento celebra la venuta
di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa
del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci
chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. Ma
il Signore viene continuamente nella nostra vita. Quanto mai opportuno
è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima
Domenica ci viene riproposto con forza: "Vegliate!"
(Mc 13,33.35.37). E’ rivolto ai discepoli, ma anche "a tutti",
perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà
chiamato a rendere conto della propria esistenza. Questo comporta un
giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori,
una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e
fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso.
Icona dell’Avvento è la Vergine Maria, la Madre di Gesù.
InvochiamoLa perché aiuti anche noi a diventare un prolungamento
di umanità per il Signore che viene" (Benedetto XVI).
Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo
di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda
la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente
è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene
guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
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La
corona d’avvento, quest’anno è stata
collocata su un tronco, a voler richiamare il tronco di Jesse,
secondo la profezia di Isaia, dal quale germoglierà un
virgulto. Nella seconda domenica d’avvento, quando verrà
proclamata la
lettura di Isaia, dal tronco si vedrà spuntare un germoglio
verde, simbolicamente raffigurante Gesù della discendenza
di Davide. Il Signore ci ricolloca all'inizio, allo start. Ci
smuove a riscoprire la bellezza e lo stupore dell'inizio, la
freschezza dell'alba, la lucentezza del primo sguardo.
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È bello ed entusiasmante questo ripartire, perché non
è da zero, ma da Lui. Si (ri)parte per (ri)mettere fondamenta,
per azzeccare il primo passo, per imparare a fidarsi e per rimettersi
in gioco. Nessuno si può sentire escluso.
Il cammino di Avvento ci addestra a dare senso al tempo, a non farcelo
scivolare addosso, a riempirlo della sua presenza e a ripartire da lui.
Se vuoi rialzarti, se vuoi rimetterti in cammino, se vuoi ridare vigore
alla tua vita e alla tua fede, trovati un po' di silenzio, un tempo
di intimità e dillo al Signore: "Ricomincio da te".
Che bello se il nostro Avvento iniziasse così, rimettendo
lui al centro. Perché quello è il suo posto.
O ci metti lui, o è un gran caos…! Se sei un cercatore
di Dio o sei abitato dalla tiepidezza o sei inguaribile dormiglione,
da oggi hai possibilità nuova: il Signore viene, ancora, per
te.
Questo è la notizia buona dell'Avvento: lui non si è
ancora stancato di te. Attento, ripigliati: Dio sta venendo a farti
visita!
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Avvento,
tempo dell'attesa e della speranza:
è la tua venuta, o Cristo, che vogliamo rivivere,
preparandoci più profondamente
nella fede e nell'amore.
Avvento, tempo della Chiesa affamata del Salvatore:
essa vuole ripeterti, volgendosi a te
con più insistenza, con un lungo sguardo,
che tu sei tutto per lei.
Avvento, tempo dei desideri più nobili dell'uomo
che più coscientemente convergono verso di te,
e che devono cercare in te, nel tuo mistero,
il loro compimento.
Avvento, tempo di silenzio e di raccoglimento,
in cui ci sforziamo d'ascoltare la Parola
che vuol venire a noi,
e di sentire i passi che si avvicinano.
Avvento, tempo dell'accoglienza
in cui tutto cerca di aprirsi,
in cui tutto vuol dilatarsi nei nostri cuori troppo stretti,
al fine di ricevere la grandezza infinita
del Dio che viene a noi.
(Jean Galot, Vieni, Signore)
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