III domenica di Pasqua/C
22 aprile 2007
Gv 21,1-19
[1]In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli
sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: [2]
si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle
di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
[3]Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero:
«Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla
barca; ma in quella notte non presero nulla.
[4]Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva,
ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. [5]Gesù
disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli
risposero: «No». [6]Allora disse loro: «Gettate la
rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono
e non potevano più tirarla su per la gran quantità di
pesci. [7]Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro:
«E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era
il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato,
e si gettò in mare. [8]Gli altri discepoli invece vennero con
la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani
da terra se non un centinaio di metri.
[9]Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra,
e del pane. [10]Disse loro Gesù: «Portate un pò
del pesce che avete preso or ora». [11]Allora Simon Pietro salì
nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
[12]Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno
dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché
sapevano bene che era il Signore.
[13]Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede
a loro, e così pure il pesce. [14]Questa era la terza volta che
Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai
morti.
[15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone
di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose:
«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:
«Pasci i miei agnelli». [16]Gli disse di nuovo: «Simone
di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore,
tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie
pecorelle». [17]Gli disse per la terza volta: «Simone di
Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la
terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore,
tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù:
«Pasci le mie pecorelle. [18]In verità, in verità
ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo,
e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani,
e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non
vuoi». [19]Questo gli disse per indicare con quale morte egli
avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
D:
Chi è Natanaèle di Cana di Galilea?
R: Il personaggio è probabilmente l’apostolo che nella
lista dei dodici, indicata dai Sinottici (cfr. Mt 10,3; Mc 3,18; Lc
6,14), è chiamato Bartolomeo.
D: Vi è un simbolismo nel fatto che Gesù
attende gli apostoli sulla riva?
R: Si, la riva è simbolo dell’eternità.
D: Troviamo un significato allegorico anche nella
posizione degli apostoli: “Pesca deludente”?
R: Gli apostoli non sono, ancora, in linea col Cristo risorto; non hanno
ancora compreso appieno la Missione che li attende, quindi, soffrono
nell’acqua (l’acqua e il mare nella Bibbia possono essere
simboli sia del male e del peccato sia del bene e della purificazione),
sono nella difficoltà e nel pericolo.
D: Perché non riconoscono subito il Maestro?
R: Perché Gesù Risorto, non è impedito da legami
di ordine fisico: può cambiare il suo aspetto, può passare
attraverso pareti o porte, può trovarsi in più posti contemporaneamente
oppure raggiungere lunghe distanze in pochi istanti. Il suo è
ormai un corpo glorioso.
D: Il non riconoscere subito il Maestro, ha pure
un significato allegorico?
R: Si, infatti, per riconoscere il Signore è richiesto un atto
di fede; la fede può essere rafforzata dai segni che il Risorto
ha donato agli apostoli (la rete piena di pesci, Gesù che distribuisce
il pane e il pesce) e che dona alla sua Chiesa nel corso dei secoli:
i Sacramenti, la sua Parola viva che interpellerà l’uomo
fino alla fine dei tempi, i carismi e le opere straordinarie, i miracoli
e gli eventi soprannaturali. Ogni uomo è libero di accogliere
tali segni o di rifiutarli. Il vero cristiano non può, però,
rifiutarsi di dare il suo assenso a segni ufficialmente riconosciuti
dal Magistero della Chiesa come dogmi di fede. Ci si può rifiutare
di credere alle apparizioni di Lourdes o di Fatima (scadendo, però,
nel ridicolo dato l’immenso movimento spirituale sorto da tali
apparizioni e i miracoli spirituali e fisici che né sono seguiti)
non ci si può rifiutare di credere, però, alle Apparizioni
del Risorto, al valore dei Sacramenti, all’Immacolata Concezione
della Vergine Maria, ecc.
D: Quale insegnamento Gesù vuole dare agli
apostoli e, attraverso di loro, a tutti noi?
R: Che il Signore della Gloria è anche il Servo che prepara la
tavola e con un cuore pieno di misericordia condivide il suo cibo con
noi. Gesù manda i suoi a pesca di uomini, ma è lui stesso
che dirige la pesca e riempie la rete. Tutti i cristiani sono chiamati
a farsi “pescatori di uomini” perché, nessun
seguace di Gesù Cristo può tenersi per se il gran tesoro
della pienezza della Rivelazione del Figlio di Dio. Tale Rivelazione
ci ha aiutato a capire Dio come Padre misericordioso e come SS. Trinità;
inoltre ha dato un impulso forte allo sviluppo della civiltà
umana, unendo insieme, crescita umana, spirituale, sociale e scientifica
della creatura umana.
D: Perché Gesù sceglie proprio Pietro,
un uomo fragile, che rinnega con facilità il suo Maestro?
R: Perché egli si vuole servire della fragilità umana
per dimostrare che chi opera davvero è Dio. Al cristiano egli
chiede solo la disponibilità, l’amore e l’atto di
fede. Sulla base di queste prerogative (a cui aggiungo: l’umiltà)
il Signore può compiere grandi opere per il suo Regno. Ciò
che è avvenuto per S. Pietro, diventato capo, principio di unità
della Chiesa di Cristo.
D: Ancora una volta, il discepolo che Gesù
amava, entra in scena insieme con Pietro; perché?
R: Perché ciò ci rende osservabile una coalizione d’autorità,
non ché si discuta quella di Pietro, ma perché quest’ultima
rafforza quella del “discepolo che Gesù amava”.
Il motivo fondamentale di questa coalizione d’autorità
era, di mettere in rilievo l’autorità del 4° Vangelo,
che direttamente o indirettamente risale a questo discepolo.
D: Perché l’evangelista ci riporta
la predizione del martirio di S. Pietro?
R: Perché i martiri erano tenuti nel massimo onore quando fu
scritto il 4° Vangelo; la morte del martire era considerata come
il mezzo più nobile per glorificare Dio. Di conseguenza qui risulta
che nella competizione d’autorità tra Giovanni e Pietro,
emerge la figura di quest’ultimo cui viene preannunciato il martirio,
anche se per Giovanni, l’apostolo che Gesù amava,
il Signore dirà: “Se io voglio che egli rimanga finché
io venga, che importa a te?”
D: A cosa fa pensare il pasto che Gesù
risorto, organizza sulla riva del lago?
R: Dal modo come è raccontata, fa pensare all’Eucaristia.
La liturgia eucaristica era celebrata nella Chiesa, nelle primissime
comunità cristiane, con l’assoluta convinzione della presenza
viva del Signore.
D: 153 grossi pesci; possibile che i
discepoli di Gesù si siano messi a contare i pesci ad uno ad
uno?
R: La cultura nella quale è radicato il Vangelo dà un’importanza
eccezionale al simbolismo dei numeri. Il numero 153 risulta dalla somma
dei numeri dall’1 al 17, in questo modo: 1+2+3+4…+17= 153.
D’altra parte il 17 è composto dalla somma di 10+7, e questi
due numeri, ciascuno per suo conto, significano una totalità
perfetta. Quindi, la quantità indicata, 153, deve essere intesa
come il simbolo della totalità di qualcosa: la totalità
dell’umanità oppure la totalità della Chiesa.
D: Vi è anche qualche altra interpretazione
nella precisazione del numero “153” da parte dell’evangelista?
R: Si, tenendo conto di ciò che segue: “E benché
fossero tanti, la rete non si spezzò” i pesci simboleggiano
la totalità dei popoli che devono entrare nella Chiesa, la rete
che non si spezza simboleggia l’unità della Chiesa e la
sua sopravvivenza nonostante persecuzioni e debolezze interne ed esterne.
D: Perché Gesù chiede a Pietro per
tre volte: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più
di costoro?…Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene…
Gli disse: «Pasci i miei agnelli”?
R: Gesù offre a Pietro la possibilità di una triplice
confessione d’amore per bilanciare il triplice rinnegamento che
il capo degli apostoli, nella sua debolezza, emise durante il processo
al Maestro. Dal testo greco si evince che l’amore richiesto da
Gesù è in crescendo, dalla semplice amicizia o dal legame
di consanguineità passa a richiedere un amore soprannaturale.
D: Perché Gesù è così
esigente con Pietro?
R: Perché gli affida una missione speciale, lo investe della
sua autorità di pastore supremo.
D: Gesù dice solo a Pietro: “Seguimi”?
R: In questo contesto il Maestro lo dice a Pietro perché gli
altri apostoli e i discepoli tutti, dovranno seguirlo solo sulle “orme”
di S. Pietro.
Per maggiore approfondimento rimando alla lettura di:
Dizionario teologico enciclopedico, ed. Piemme, Casale
Monferrato (Al), 2004.
I Classici Blu, I Quattro Vangeli, ed. BUR, Milano,
2005.