Approfondimento sul Vangelo della domenica

"Tante volte, nell’ascoltare la Parola di Dio, ci poniamo delle domande sul significato di alcune espressioni che per noi, nell’oggi, risultano inusuali. A volte non riusciamo a prestare la dovuta attenzione all’omelia del sacerdote, durante la Santa Messa. Capita, pure, che il sacerdote non può spiegare tutto nei pochi minuti dell’omelia, alcune pagine della Sacra Scrittura sono, infatti, ricchissime di significato.
Per questo motivo abbiamo pensato a questa “pagina” settimanale che ha lo scopo di rispondere alle domande che la Parola di Dio fa sorgere in noi."


domenica dell'Ascensione/C
20 maggio 2007

Lc 24,46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: [46]«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno [47]e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. [48]Di questo voi siete testimoni. [49]E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
[50]Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. [51]Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. [52]Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; [53]e stavano sempre nel tempio lodando Dio.




D: Con le parole “così sta scritto”, Gesù vuole citare qualche passo dell’AT?
R: Qui egli non allude a una citazione particolare tratta dall’AT, ma intende riferirsi all’intera Economia della Salvezza come è predetta dalla Scrittura. Con queste parole, inoltre, Gesù intende iniziare il suo discorso con una formula solenne.

D: Gesù parla di predicare la remissione dei peccati a tutte le nazioni; in questo differisce da quelle che erano le predicazioni rabbiniche?
R: Si, infatti, qui emerge la concezione messianica del NT, in tutta la sua elevatezza e trascendenza, ben distaccata dalla concezione ebraica che era intensamente colorita di nazionalismo e di prospettive terrene. Su questo punto alcune sette pseudo-cristiane formulano un pensiero molto simile a quello ebraico, infatti, la loro prospettiva escatologica è fortemente terrena e materialista, nonché settaria.

D: Perché Gesù dice di incominciare da Gerusalemme?
R: Perché Gerusalemme sarà il centro da cui si irradierà il nuovo messaggio di salvezza promulgato dagli apostoli, così come era stato predetto dall’antico profetismo.

D: Con queste parole l’evangelista intende accreditare un fatto storico?
R: Si, ma intende anche accentuarne la consonanza con le profezie dell’AT.

D: Al versetto 48, Gesù attesta che gli apostoli sono testimoni di tutto ciò che egli ha fatto e detto; queste parole sono un semplice ricordo storico dell’evangelista?
R: Assolutamente no, il versetto 48 è una solenne formula, che inizialmente avrà avuto anche connotazioni liturgiche. Gli apostoli sono e dovranno essere testimoni, non di un’esperienza personale, non del frutto di una speculazione filosofica o teologica ma, testimoni dei fatti che hanno riguardato l’opera di salvezza attuata dal Cristo. In questa solenne affermazione si evince anche la dottrina della successione apostolica, perché questa testimonianza dovrà sfidare i tempi, essere quindi proclamata dai successori degli apostoli fino alla seconda venuta del Cristo.

D: Che cosa Gesù sta per mandare agli apostoli?
R: Sappiamo dal confronto con altri passi evangelici, che Gesù gli invia lo Spirito Santo affinché abbiano sostegno, conforto e discernimento nonché, aiuto nel comprendere ed interpretare il messaggio autentico del Messia.

D: Ma l’affermazione di Lc: “Voi rimanete in città” non contrasta con ciò che affermano altri testi evangelici intorno alle apparizioni di Gesù risorto?
R: Gli altri testi evangelici ci fanno sapere che il Risorto apparve in Galilea, ma l’annotazione di Lc non contrasta con quanto ci viene detto in altri passi nel NT perché, all’evangelista non interessa seguire l’esatto ordine cronologico e geografico dei fatti riguardanti la Risurrezione, ma intende presentare il messaggio fondamentale di tutto il suo Scritto: Gerusalemme è il centro religioso dell’ebraismo. A questa città si dirige Gesù, dall’inizio alla conclusione della sua missione; da Gerusalemme, poi, la missione deve continuare per opera degli apostoli.

D: Quindi Gesù ascende al cielo da Betania, subito dopo questo suo discorso?
R: Anche in questo caso non dobbiamo accogliere letteralmente questa notizia, poiché lo stesso San Luca ci darà notizie più precise nel libro degli Atti, dove ci fa sapere che Gesù ascende al cielo, al termine di una riunione degli apostoli quindi, in una circostanza diversa. Gli Atti ci riportano che quest’evento è avvenuto sul monte degli ulivi. A parere degli esegeti, l’Ascensione è accaduta in qualche località intorno al monte degli ulivi. Certamente, poi, l’evento non si è avuto subito dopo il discorso di Gesù ma, in qualsiasi altro momento di cui è difficile precisarne il tempo. Lc, di proposito, ha accostato il discorso sul mandato agli apostoli e l’invio dello Spirito Santo all’Ascensione, onde insegnare che la glorificazione di Gesù segna l’inizio della seconda fase della Missione divina.

D: Cosa ci vuole esporre San Luca nel dirci che il Cristo fu portato in cielo?
R: Che il Signore ritornò in quella Gloria che già possedeva dall’eternità.

D: Perché gli apostoli si prostrano davanti a Gesù?
R: Perché, finalmente la conoscenza di Gesù incomincia a farsi chiara nella loro mente. Gesù non è più visto come un grande maestro d’Israele, ma come il maestro divino, il Dio fattosi uomo.

D: Come mai gli apostoli tornano a Gerusalemme e si fermano a lodare Dio nel tempio nonostante l’insegnato di Gesù: ora adorerete Dio “in Spirito e Verità”?
R: Con queste parole Gesù non aveva inteso escludere la preghiera nel tempio o nelle sinagoghe; infatti, lui stesso non disdegna dall’andare nei luoghi del culto ebraico per pregare e predicare. Il Maestro ha voluto rilevare un aspetto importante: ogni cristiano con il battesimo sarebbe diventato tempio della SS.Trinità, di conseguenza l’uomo può incontrarsi con Dio nel profondo del suo spirito o della sua coscienza. Gli apostoli ritornano al Tempio perché inizialmente essi non distinguevano, l’Ebraismo dal Cristianesimo; solo dopo l’evento della Pentecoste e con la riflessione teologica successiva, comprenderanno che il Cristianesimo non era una semplice Setta dell’Ebraismo ma, una religione a se, anzi il perfezionamento dell’Ebraismo. Man mano i primi cristiani si radunarono in abitazioni familiari più spaziose, che andarono a sostituirsi alle sinagoghe e al Tempio, dove pregavano e celebravano l’Eucaristia.



Per ulteriori approfondimenti:
Dizionario teologico Enciclopedico, Piemme, Casale Monferrato 2004.
I Classici Blu, I Quattro Vangeli, ed. BUR, Milano, 2005.

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