domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore/C
8 aprile 2007
Gv 20,1-10
[1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò
al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra
era stata ribaltata dal sepolcro. [2]Corse allora e andò da Simon
Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse
loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo
dove l'hanno posto!». [3]Uscì allora Simon Pietro insieme
all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. [4]Correvano insieme
tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro. [5]Chinatosi, vide le bende per terra,
ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva
ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario,
che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato
in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo,
che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. [9]Non avevano
infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare
dai morti. [10]I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
D: Perché L’evangelista, ci riferisce
che al sepolcro si reca Maria di Magdala e non la madre di Gesù?
R: Forse la madre di Gesù non aveva bisogno di recarsi al sepolcro
poiché, chi più di lei era degna di essere la prima testimone
del Cristo Risorto? Quindi, è certamente possibile che il Risorto
sia apparso subito alla madre. L’evangelista Giovanni avrà
certamente saputo, poi, dalla viva voce della Madre di Dio di questo
incontro meraviglioso.
D: Maria corre da Simon Pietro, perché
proprio da lui?
R: Perché Maria, come gli altri discepoli, aveva ben capito la
predilezione di Gesù verso Pietro e la missione di essere roccia,
fondamento, guida che Cristo gli aveva affidato.
D: Chi è l’altro discepolo?
R: Certamente è Giovanni; l’evangelista, per umiltà
non si nomina esplicitamente.
D: Perché l’altro discepolo non entra
nel sepolcro pur giungendovi prima?
R: Perché, conoscendo il ruolo di pastore che Gesù ha
affidato a Pietro, attende affinché, il capo degli apostoli prenda
visione ed esprima il suo pensiero sull’accaduto. Qui vi è
anche un insegnamento allegorico: nella figura di Giovanni che corre
più veloce, sono rappresentati tutti coloro che nella Chiesa,
ricevono da Dio carismi particolari e soprannaturali (i santi, i veggenti,
i fondatori, i carismatici, gli esorcisti, ecc.); nella figura di Pietro
è rappresentata l’Istituzione (il Magistero della Chiesa)
che sola ha il compito, ricevuto da Cristo stesso, di vagliare e discernere
riguardo ai carismi e pronunciarsi sulla veridicità di un’opera:
se essa viene da Dio oppure dagli uomini o da Satana.
D: Quale riflessione sarà balzata nella
mente dei due apostoli nel vedere le bende e il sudario piegati e in
ordine?
R: Essi sono stati molto attenti a questi particolari, infatti l’evangelista
li ha riportati, perché dimostravano che il corpo di Gesù
non era stato trafugato. Nel caso fosse stato trafugato non ci sarebbe
stato il tempo materiale di mettere tutto in ordine.
D: Giovanni, quindi, dice di se stesso che quello
stato di cose lo fece credere in Cristo Risorto?
R: Si, egli a distanza di anni riporta la sua esperienza personale,
vissuta davanti a quel sepolcro vuoto. Egli vide e credette, in quel
momento dovette ricordare le parole di Gesù, parole incomprensibili
mentre il Maestro era vivo in mezzo a loro; quando le folle lo acclamavano
e lo cercavano per incoronarlo re; quando egli compiva miracoli piegando
le forze della natura, ricacciando Satana negli inferi, guarendo ogni
sorta di malattia. Ora dinanzi a quel sudario e a quelle bende piegate
ogni frase del Maestro trova significato nella mente di Giovanni.
D: E’ vero che la Croce è di origine
pagana?
R: No, non è vero.
D: Ma gli studiosi non dicono che, secoli prima
di Cristo, i pagani conoscevano la croce?
R: La croce che conoscevano i pagani non ha nulla che vedere con la
Croce di Cristo venerata dai cristiani. Vi è una radicale differenza
tra l’una e l’altra. Infatti, la Croce venerata dai cristiani
ricorda solo quella su cui Cristo offrì la sua vita per noi.
Il NT ci parla solo e sempre della Croce di Cristo, ad esempio S. Paolo
scrive: “Io conosco solo Gesù e questi crocifisso”
(1Cor 2,2).
D: Cosa c’insegna questa differenza tra
le croci pagane e la croce di Cristo?
R: Che la morte di Cristo ha dato alla Croce un significato nuovo, senza
paragone in tutta la storia dell’umanità. La Croce, segno
di morte si trasforma in segno di Risurrezione.
D: S. Paolo cosa afferma della Croce di Cristo?
R: Egli scrive: “Quanto a me, non ci sia altro vanto che nella
Croce del Signore nostro Gesù Cristo” (Gal 6,14). S. Paolo
esaltava la Croce per ribadirne il valore contro quei giudei che si
comportavano da nemici della Croce di Cristo (cfr. Fil 3,18), egli vedeva
nella Croce il segno della infinita bontà di Dio per la salvezza
dell’uomo, inoltre affermava che i nemici della Croce sono destinati
alla perdizione (Fil 3,17-19).
D: Però non sembra macabro che si adori
uno strumento usato per assassinare una persona?
R: I cristiani non venerano la Croce per approvare l’ingiustizia
dei giudei e la crudeltà dei carnefici di Cristo, ma solo perché
essa ricorda l’amore di Dio, che per salvarci non ha risparmiato
il proprio Figlio (cfr. Rom 8,32).
D: Cosa ci dice la Bibbia del Cristo Risorto?
R: Ci dice che Cristo Risorto è “primizia di coloro che
sono morti” (1Cor 15,20). Ora primizia è detto il primo
frutto di un raccolto: tutti gli altri frutti dello stesso raccolto
saranno uguali al primo. S. Paolo dice, poi, espressamente che “Gesù
Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al
suo corpo glorioso” (Fil 3,20-21).
D: E com’è il corpo glorioso di Cristo
Risorto?
R: E’ un corpo che si può vedere e toccare (cfr. Gv 20,27).
Tuttavia non è più condizionato dalle leggi della natura
(gravità, spazio, ecc.) come il corpo nelle condizioni attuali
(cfr. Lc 24,30-31; Gv 20,19; At 1,9-10). A motivo di questa trasformazione
S. Paolo chiama spirituale il corpo risorto. Egli afferma che il corpo
glorioso è come la pianta rispetto al seme, quello glorioso è
la pianta mentre quello fisico è il seme.
D: S. Paolo usa altre immagini per indicare questa
realtà?
R: Si, infatti dice che come vi è differenza tra il corpo degli
animali e quello dell’uomo; come vi è diverso splendore
e bellezza tra corpi celesti, così vi sarà differenza
tra il corpo umano di questa vita terrena e quello dei risuscitati.
D: Come spiegare la frase paolina: “Si semina
un corpo animale, risorge un corpo spirituale”? (1Cor 15,44).
R: S. Paolo intende, con le parole “corpo animale” il corpo
umano nella sua attuale condizione terrena, macchiato per di più
dal peccato (cfr. Rom 5,12).
Per maggiore approfondimento rimando alla lettura di:
Dizionario teologico enciclopedico, ed. Piemme, Casale
Monferrato (Al), 2004.
I Classici Blu, I Quattro Vangeli, ed. BUR, Milano,
2005.