Approfondimento sul Vangelo della domenica

"Tante volte, nell’ascoltare la Parola di Dio, ci poniamo delle domande sul significato di alcune espressioni che per noi, nell’oggi, risultano inusuali. A volte non riusciamo a prestare la dovuta attenzione all’omelia del sacerdote, durante la Santa Messa. Capita, pure, che il sacerdote non può spiegare tutto nei pochi minuti dell’omelia, alcune pagine della Sacra Scrittura sono, infatti, ricchissime di significato.
Per questo motivo abbiamo pensato a questa “pagina” settimanale che ha lo scopo di rispondere alle domande che la Parola di Dio fa sorgere in noi."


XIV domenica del tempo Ordinario/C
8 luglio 2007

Lc 10,1-12.17-20

[1]In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. [2]Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. [3]Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; [4]non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. [5]In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. [6]Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. [7]Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. [8]Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, [9]curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. [10]Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: [11]Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. [12]Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
[17]I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». [18]Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. [19]Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. [20]Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».



D: Nel Vangelo di Lc quale significato assume la missione dei 72?
R: Assume, un duplice significato: in primo luogo attesta che l’annuncio del regno di Dio non è compito soltanto dei dodici Apostoli: altri missionari, come leggiamo negli Atti e nelle Lettere apostoliche, continueranno il loro lavoro. Inoltre, per il giudaismo del tempo, il numero settantadue rappresenta la totalità dei popoli pagani: non a caso, durante la salita a Gerusalemme, Gesù annuncia a più riprese la salvezza dei Gentili. I Settantadue discepoli si trovano dunque lanciati, senza rendersene conto, alla conquista del mondo.

D: Perché Gesù li invia a due a due?
R: Secondo la cultura del tempo, perché una testimonianza fosse attendibile ci voleva la parola di almeno due persone. Inoltre, stando in due ci si aiutava l’un l’altro.

D: Perché Gesù invita a pregare affinché gli operai del Regno si accrescano? Non ha egli il potere di moltiplicare i suoi discepoli come meglio desidera?
R: Certo, Gesù aveva ed ha il potere di suscitare suoi discepoli “anche dalle pietre” ma egli vuole che la scelta di seguirlo sia libera; egli, attraverso la potenza dello Spirito Santo, fa sentire la sua voce, da l’input iniziale. L’uomo che si sente chiamato deve dire il suo “Si”.

D: Perché Gesù invia i discepoli come agnelli in mezzo ai lupi?
R: Perché i servi del Regno, non dovranno svolgere la loro missione alla maniera del Mondo, cioè con la violenza, con l’arrivismo, con la smania di potere e con l’odio ma con le armi dell’amore, della misericordia. Dovranno conquistare i regni terreni con le sole armi della luce, in virtù dei doni dello Spirito Santo e della potenza del Cristo Risorto.

D: Perché non devono portare con se nulla?
R: Perché Gesù desidera che i suoi discepoli abbiano la massima fiducia nella Divina Provvidenza e non si leghino a nulla che sia mondano. Il Maestro vuole che i suoi utilizzino i beni del mondo solo ai fini del Regno.

D: Perché Gesù dice che i discepoli non devono salutare nessuno lungo la strada?
R: Gesù non chiede ai Suoi di essere scostumati ma, li mette in guardia dalla vanagloria. I Farisei, infatti, amavano farsi notare nelle piazze, salutavano per essere salutati ed ammirati e Gesù condannò tale atteggiamento.

D: E quale doveva essere il saluto dei discepoli?
R: Il saluto della pace; il Regno è, infatti, caratterizzato da una pace totale, eterna e assoluta. I discepoli dovevano farsi fautori di questa pace, già in questo mondo e testimoni della pace escatologica.

D: Ma la pace dipende anche dall’accettazione della persona?
R: Si, la pace non è una forza che agisce su una persona come una scarica di corrente elettrica che in un modo o nell’altro provoca dei danni, essa è un dono di Dio che entra nella creatura umana disposta ad accoglierlo, altrimenti ritorna, attraverso gli apostoli, a Dio.

D: Gesù dà altre direttive ai suoi discepoli? Qual è il loro significato?
R: Gesù chiede ai suoi di non essere venali, di non andare di casa in casa a cercare compensi e onori ma, di accontentarsi di quello che la gente vorrà loro dare, di operare il bene, sia in senso fisico che in senso spirituale, di annunciare il Regno e di scegliere luoghi adatti e stabili per tale annuncio.

D: Perché Gesù dice che gli apostoli dovranno scuotere la polvere dai loro piedi, nei confronti di quelle città che non vorranno accogliere il loro messaggio di salvezza?
R: Perché il Signore non vuole imporre a nessuno l’ingresso nel suo Regno. Dio ha creato l’uomo come Essere personale e quindi libero e razionale, per questo l’uomo possiede il più ampio margine di scelta. Se decide di non stare con Cristo nulla del suo Essere potrà aver parte del Paradiso.

D: La portata del potere che Gesù dona ai discepoli è elevata; come mai solo agli inizi le prime comunità cristiane sono state caratterizzate da una gran quantità di prodigi e carismi vari?
R: Perché il Cristianesimo era agli inizi e doveva diffondersi, secondo il volere di Gesù, con grande rapidità; c’era bisogno di fatti prodigiosi che attirassero l’attenzione delle popolazioni del tempo, legate da secoli alle proprie religioni e culture. In effetti, però, Gesù nel corso dei secoli, non ha fatto mai mancare alla sua Chiesa, miracoli e prodigi. Il Maestro, però, sottolinea che non devono essere i fatti prodigiosi a renderci felici ma il sapere che noi cristiani siamo nel cuore di Dio.



Per maggiori approfondimenti, invito alla lettura del Dizionario Biblico Enciclopedico, ed. PAOLINE

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