II
domenica di Avvento/A
9 dicembre 2007
Mt 3, 1-12
[1]
In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto
della Giudea, [2] dicendo: «Convertitevi, perché il regno
dei cieli è vicino!». [3] Egli è colui che fu annunziato
dal profeta Isaia quando disse: <<Voce di uno che grida nel deserto:Preparate
la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!>> [4] Giovanni
portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno
ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. [5] Allora
accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente
il Giordano; [6] e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare
da lui nel fiume Giordano. [7] Vedendo però molti farisei e sadducei
venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi
ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? [8] Fate dunque frutti
degni di conversione, [9] e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo
Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo
da queste pietre. [10] Gia la scure è posta alla radice degli
alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato
nel fuoco. [11] Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui
che viene dopo di me è più potente di me e io non son
degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito
santo e fuoco. [12] Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la
sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà
la pula con un fuoco inestinguibile».
D: Perché S. Giovanni Battista, vestiva e viveva nel modo descritto?
R: Il suo modo di vestire, di predicare e di cibarsi fa pensare alle
abitudini delle comunità Essene. Gli Esseni, una setta ebraica
(in un certo senso, simile alle nostre comunità monastiche) vivevano
praticando penitenza per prepararsi all’imminente venuta del Messia.
Secondo alcuni esegeti, il Battista aveva fatto parte oppure, aveva
ricevuto la sua formazione spirituale nella comunità degli Esseni,
poi nell’imminenza della manifestazione pubblica del Messia si
era distaccato da tale comunità, per rispondere al disegno di
Dio, che lo chiamava ad esserne il Precursore.
D:
Che significato ha il battesimo amministrato da S. Giovanni?
R: Egli amministrava un battesimo di penitenza, che servisse agli ebrei
come preparazione all’avvento del Cristo.
D:
S. Giovanni, faceva comprendere il corretto significato del battesimo
che egli amministrava?
R: Certamente, era esplicito nel far comprendere che il Giordano non
era una piscina miracolosa e che il sottomettersi al rito della purificazione,
senza desiderare il rinnovamento di se stessi e della comunità
di appartenenza -secondo la Vera Legge- non aveva alcun senso e alcun
effetto spirituale.
D:
Ma, gli ebrei non seguivano la Vera Legge?
R: Purtroppo, erano divenuti carenti nell’ascolto della vera legge
di Dio: i Dieci Comandamenti. Questo avveniva perché, essi, erano
divenuti attentissimi nel seguire le tante prescrizioni o leggi umane,
aggiunte al Decalogo dai saggi d’Israele. L’attenzione ossessiva
a queste prescrizioni, molto ma molto secondarie, faceva dimenticare
l’osservanza del Decalogo e, soprattutto, faceva dimenticare il
“filo d’oro” che teneva legati tutti i Dieci Comandamenti:
l’Amore.
D:
Ma, in che modo, il Battista, faceva comprendere questo?
R: Affermando, che senza una effettiva conversione del cuore e una ricomprensione
del vero significato dell’essere figli di Abramo, né la
fede tradizionale, né le opere e tanto meno le pignolerie, sarebbero
bastati a giustificare gli ebrei.
D:
S. Giovanni ha battezzato Gesù adulto, quindi, il battesimo dovrebbe
essere amministrato solo a persone adulte?
R: Assolutamente no, se consideriamo il Battesimo come un grande dono
di Dio perché, né dovremmo privare i bambini? Inoltre,
il Battista, non avrebbe mai potuto battezzare Gesù da bambino
perché era coetaneo del Signore. Il battesimo che riceve Gesù
non ha nulla a che fare con il sacramento del Battesimo che Cristo istituirà,
soprattutto, attraverso il suo sacrificio sulla Croce. Il battesimo
che riceve il Messia è l’atto d’inaugurazione della
sua Missione Divina, nonché, il sigillo dello Spirito Santo e
del Padre alla sua Opera di salvezza. Infine, non dobbiamo dimenticare,
che nel NT troviamo scritto che intere famiglie venivano battezzate
dagli apostoli (certamente non erano famiglie di soli adulti) e che
la fede del capo-famiglia poteva ottenere l’efficacia del sacramento
per tutta la famiglia!
MARIA,
MADRE DI DIO - I
parte
D: Ho sentito che alcune Sette pseudo-cristiane,
accusano i cattolici di “Mariolatrìa”; cosa vuol
dire?
R: Mariolatrìa, letteralmente vuol dire: adorazione di Maria.
La loro accusa è una calunnia “a mestiere”, un insulto
alla verità. I cattolici adorano solo Dio, Uno e Trino. Adorare
vuol dire, riconoscere la supremazia assoluta di qualcuno. Questo qualcuno
è solo Dio, l’Onnipotente e l’Onnisciente. I cattolici
e milioni d’altri cristiani venerano la Madonna. “Venerare”
vuol dire onorare con ossequio interiore e gesti esteriori qualche persona
particolarmente degna di rispetto, di stima e d’amore.
D:
A volte però, i gesti esteriori del venerare e dell’adorare,
coincidono oppure sono gli stessi; come mai?
R: Si, alcuni gesti esteriori, come l’inchinarsi, l’inginocchiarsi
e l’incensare, coincidono sia per l’adorazione che per la
venerazione. Il gesto esteriore, però, va interpretato secondo
l’intenzione di chi lo fa; quindi, lo stesso gesto può
significare intenzioni diverse.
D:
La venerazione di Maria SS. è giustificata dalla Bibbia?
R: Certamente, Nell’episodio dell’<<Annunciazione>>
e in quello della <<Visitazione>>, sia l’Angelo che
Elisabetta, salutando Maria come la benedetta tra le donne, celebrano
in lei il favore o Grazia di Dio effusa senza limiti. Il saluto dell’Angelo
e di S.Elisabetta sono autentici gesti di venerazione verso la Madre
di Dio. Chiamare “beata” Maria, equivale ad esaltare con
parole e gesti, le meraviglie che Dio ha operato in lei.
D:
Come mai nell’AT troviamo, sulle labbra di altre donne (cf. Gn
30,9-13; Gdc 5,24), le stesse parole dette a Maria SS. o pronunciate
dalla Madonna?
R: Nel NT, ricorrono spesso parole e frasi dell’AT. Gli autori
sacri avevano una grande familiarità con le Antiche Scritture,
per trasmettere un insegnamento o un episodio della vita di Gesù
lo presentavano attingendo dall’AT e dando un significato diverso.
In Gn 30,9-13 e in Gdc 5,24, le donne di cui si parla sono quelle del
clan familiare. Nel dire “sia benedetta” esse si congratulano
con una della loro tribù o perché ha dato un figlio al
suo padrone, in una situazione di rivalità femminile oppure perché
ella ha ucciso un nemico con astuzia.
D:
Il diverso significato, di tali parole nel NT, dipende dal contesto
diverso?
R: Si, il contesto è completamente diverso; infatti, sia l’Angelo
che S.Elisabetta esaltano Maria, la chiamano benedetta, a motivo della
scelta che Jahweh fa di lei, quale “Madre del Signore” (Lc
1,43). Questa scelta divina conferisce a Maria un posto e una dignità
unica tra “tutte le donne” (Lc 1,42).
D:
Per questo motivo la Vergine Maria, nel Magnificat, esalta la bontà
di Jahweh?
R: Si, e poiché di tanta bontà divina è beneficiaria
tutta l’umanità, Maria può anche affermare che “tutte
le generazioni la chiameranno beata” (Lc 1,48). Qui l’orizzonte
è infinitamente più vasto di quello di “Genesi”
e “Giudici”.
D:
In Lc 11,27-28, sembra che Gesù blocchi sul nascere una possibile
venerazione della Madonna; possibile?
R: Assolutamente no, questa è la falsa interpretazione di alcune
Sette pseudo-cristiane. Maria si trova accanto al figlio Gesù
all’inizio della sua vita terrena e durante la sua crescita, inoltre
si trova accanto a Gesù all’inizio, durante e alla fine
della sua vita pubblica (cf. Gv 2,1-12; Lc 8,20; Gv 19,25-27). Quando
Gesù in risposta alla donna che chiama beata sua madre, dice
che è beato chi ascolta e mette in pratica la Parola di Dio,
non fa altro che esaltare ancora di più Maria. Chi più
di lei ha ascoltato e messo in pratica ciò che Jahweh le ha rivelato?
Gesù ha voluto mettere in risalto la grande fede di Maria: la
grandezza della Vergine, fondata sui vincoli del sangue poggia soprattutto
sui vincoli soprannaturali d’una nuova parentela (Gv 1,12-13).
Gesù, correggendo la mentalità umana di quella donna,
esalta Maria e la dichiara beata ancor più, perché aveva
creduto e continuava ad aver fede.
D:
Gesù, alle nozze di Cana (cf. Gv 2,1-12) si mostrò contrariato
per l’intervento di Maria, in favore degli sposi?
R: No, infatti dopo le parole di Gesù, Maria, serena e fiduciosa
dice ai servi: “fate quello che vi dirà”. Le parole
del figlio non la turbano, lei non dubita per nulla, sa che quanto ha
chiesto sarà ottenuto. Non giudica un rifiuto e tanto meno un
rimprovero, la risposta di Gesù alla sua richiesta. Il figlio,
infatti, ascolterà la madre e trasformerà l’acqua
in prelibato vino.
D:
Perché, in questa circostanza, Gesù chiama Maria: “Donna”
e non madre o mamma?
R: Perché Gesù vuol far capire che quanto sta per compiere
non è dovuto tanto ai vincoli di sangue che lo legano a Maria,
quanto piuttosto alla fede di lei e al suo impegno per la causa del
Regno. Gesù risponde positivamente al desiderio della madre,
non come uomo ma come la Seconda Persona della SS.Trinità: Gesù
Redentore, è il nuovo Adamo e Maria corredentrice è la
nuova Eva, la Donna che per la sua obbedienza diviene causa, in modo
eccelso, della sovrabbondanza di Grazia che invade l’umanità.
La Vergine fa sì che il Figlio di Dio, con un segno dia inizio
alla sua opera di Salvezza Universale. Perciò S.Giovanni osserva:
“Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli
cedettero in lui” (Gv 2,11).
D:
Cosa vogliono dire, allora, le parole di Gesù alla madre: “Che
cosa a me e a te =che c’è tra me e te-” (cf. Gv 2,2-5)?
R: Il Maestro divino, ha semplicemente rassicurato la madre, conferendole
un titolo di privilegio (ogni donna d’Israele desiderava essere
la “Donna” dal cui grembo sarebbe nato il Messia atteso):
“Signora –della Nuova ed eterna Alleanza- stai tranquilla,
non ti preoccupare”.
Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana,
P. Nicola Tornese SJ, La Modonna contestata, Padri
Gesuiti, Viale S.Ignazio, 51 – 80131 Napoli.