Approfondimento sulla Sacra Scrittura

"Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, devoti di Maria SS., Pace e bene.
Da alcune settimane, le domande e risposte sul Vangelo, sono diventate domande e risposte sulla Bibbia. Il lavoro viene svolto dando uno sguardo meno minuzioso al Vangelo della domenica, onde dare spazio alla trattazione di tematiche della dottrina della Chiesa Cattolica nel loro primo fondamento: La Sacra Scrittura."

Don Salvatore Di Mauro OFS - Vicario parrocchiale


XXVII domenica del tempo Ordinario/C
7 ottobre 2007

Lc 17,5-10

[5]Gli apostoli dissero al Signore: [6]«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
[7]Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? [8]Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? [9]Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? [10]Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».




D: Perché gli apostoli chiedono al Signore di accrescere la loro fede?
R: Perché, poco prima il Maestro aveva loro parlato della legge del perdono, della misericordia, dell’accoglienza che deve caratterizzarli. Vivere, però, su questo piano di perdono e di grazia suppone un atteggiamento di fede che è assai difficile raggiungere in questo mondo. Per questo gli apostoli supplicano: “Aumenta la nostra fede”.

D: Qual è la fede che chiedono, gli apostoli, con la loro domanda?
R: Per essi la fede, che desiderano sia accresciuta, è la capacità di accettare il mistero di Dio che si rivela in Gesù Cristo, traducendolo in uno stile di condotta coerente (nel perdono, nell’amore ai piccoli, nella speranza).

D: Gesù come ha risposto alla supplica degli apostoli?
R: Non sappiamo con certezza, poiché la risposta di Gesù, che si evince dalla lettura evangelica in esame, non sembra appartenere a tale contesto.

D: Cosa vuol dirci, Gesù, con le parole: “Se aveste fede quando un granellino di senape…”?

R: Il Maestro divino vuole insegnarci che, la fede è più potente, ha maggior forza e maggior consistenza che tutte le realtà fisiche (albero, monte, fiume). La fede giunge fino al “cuore” di Dio e degli uomini. Perciò chi vive nella fede non ha bisogno di trasportare le montagne né i gelsi; in fondo ha già trasportato tutto perché, vede le cose al loro giusto posto, là dove Dio le ha messe al servizio degli uomini.

D: Cosa vuole insegnarci, Gesù, con le parole: “Siamo servi inutili, abbiamo fatto quando dovevamo fare”?
R: Vuole insegnarci che sono molti quelli che si presentano a Dio in un atteggiamento di giustizia commutativa. Pensano a una specie di scambio commerciale: Dio ha il diritto, essendo il nostro Creatore, ad imporci i suoi comandamenti; Se li osserviamo meritiamo di ricevere la ricompensa. Molti vedono la legge come un imposizione; suppongono che il premio corrisponda alle azioni compiute, e quindi si sentono in diritto di esigere da Dio la “paga”. Gesù vuole che noi cristiani ci disponiamo come il vero amico, che non si mostra tale per interesse ma solo per il bene dell’altro, che è animato da una fiducia profonda e autentica.


PARADISO V parte

D: Qual è il significato che, nella Bibbia, gli autori sacri attribuiscono al termine: “Cielo” o “Cieli”?
R: Essi attribuiscono a questo termine due significati: uno è quello spaziale e corrisponde alla Volta Celeste, ossia all’universo stellato e l’altro è quello religioso e sacro.

D: Che cosa indica il termine nel significato sacro?
R: Nel significato sacro “cielo” o “cieli” equivale alla “dimora di Dio” (cfr. Sal 2,4.11; 1Re 22,19; Mt 5,16; 6,9 ecc.). Cielo come dimora di Dio indica a sua volta la trascendenza di Dio, ossia la diversità e superiorità del suo modo d’Essere rispetto al modo di essere dell’uomo su questa terra, in questa vita; indica, inoltre, che Dio non è circoscritto da dimensioni spaziali. Egli è come il pensiero che è dovunque, senza essere circoscritto da un “dove”.

D: Alla luce di queste considerazioni, cosa né deduciamo riguardo al Paradiso?
R: Deduciamo che quando lo Spirito Santo, attraverso gli autori sacri, promette ai giusti il cielo come futura dimora (cfr. Fil 3,20; Eb 11,16), vuole farci intendere che il nostro modo di essere, in Paradiso non sarà condizionato dallo spazio, ma caratterizzato da un’esistenza di gran lunga superiore a quella terrena.

D: Lo Spirito Santo, nel NT, ci offre qualche immagine per aiutarci a comprendere come sarà il nostro modo d’essere in Paradiso?
R: Si, spiego alcune delle più importanti. La “vita” o “vita eterna” (cfr. Gv 6,40; 1Gv 5,11-12) = quest’immagine indica che il Paradiso sarà una totale liberazione. Coloro che avranno scelto, durante la vita terrena, di schierarsi con Cristo, saranno liberi da tutto ciò che ha appesantito questa loro esistenza, facendoli soffrire nel fisico, nel morale e nello spirito. Il “banchetto” o “banchetto nuziale” (cfr. Lc 13,29; 22,28-30; Ap 19,9) = indica la pienezza di vita, il possesso di tutto ciò che rende l’uomo felice, un’immensa gioia comunitaria. “L’uguaglianza con gli angeli” (cfr. Lc 20,34,36; Mc 12,24-25) = indica il cambiamento riguardo a ciò che è fonte di gioia nella dimensione terrena: nel Paradiso la fonte di gioia sarà Dio e realtà nuove che ora ci sfuggono.

Per maggiori approfondimenti invito alla lettura di:
Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana,
P. Nicola Tornese SJ, Paradiso, Padri Gesuiti, Viale S.Ignazio, 51 – 80131 Napoli.

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