II
domenica del tempo ordinario/C - Le nozze di
Cana
14 gennaio 2007
Gv 2,1-12
[1]Tre
giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre
di Gesù. [2]Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi
discepoli. [3]Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù
gli disse: «Non hanno più vino». [4]E Gesù
rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora
giunta la mia ora». [5]La madre dice ai servi: «Fate quello
che vi dirà».
[6]Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei,
contenenti ciascuna due o tre barili. [7]E Gesù disse loro: «Riempite
d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. [8]Disse loro
di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola».
Ed essi gliene portarono. [9]E come ebbe assaggiato l'acqua diventata
vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano
i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo [10]e gli
disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono
un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino
ad ora il vino buono». [11]Così Gesù diede inizio
ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria
e i suoi discepoli credettero in lui.
[12]Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli
e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.
D: Cosa vuol dire “Epifania”?
R: Il verbo greco epiphaino ha il significato attivo di <<mostrare>>.
Nel greco classico ed ellenistico il termine si trova usato in contesti
vari, soprattutto di carattere militare. Esso indica in questi casi
l’improvvisa e inattesa comparsa del nemico che può decidere
le sorti della battaglia. Connesso, con l’uso linguistico militare,
Epifania indica pure l’apparizione soccorritrice della
divinità.
D: L’episodio delle nozze di Cana, spinge
a riflettere sul matrimonio celebrato dagli antichi ebrei; quali sono
le caratteristiche dell’unione sponsale che si evincono dall’AT?
R: Le caratteristiche che vengono fuori dalla riflessione su vari passi
biblici dell’AT, e soprattutto su Gn 2,18-24 sono: a) il matrimonio
(M.) ha un chiaro inizio, l’abbandono del nucleo familiare dei
genitori per formare definitivamente un nuovo nucleo familiare; b) il
M. è voluto da Dio come monogamia cioè, legame tra un
uomo e una donna; c) il M. è una comunione totale di amore e
di vita, infatti diventare “una sola carne” non comprende
soltanto la comunione sessuale, ma include il fatto che i coniugi diventano
una cosa sola, in una prospettiva spirituale-psicologica e fisica, nella
volontà e nell’azione; d) per sua natura il M. è
indissolubile, il termine ebraico che traduciamo “unirsi”
(letter. “aderire”) esprime un incondizionato rapporto di
fedeltà; infatti, nel libro del Deuteronomio, è impiegato
come termine tecnico per indicare la dedizione incondizionata dell’israelita
al Dio d’Israele. Anche il termine “carne” esprime
un’unità organica e inscindibile di vita; e) il M. è
il luogo legittimo della sessualità, il Testo Sacro esprime l’idea
che la comunione sessuale trova nel M. il suo luogo legittimo, dove
l’abbandono dei genitori e l’unirsi dell’uomo alla
donna esprimono un impegno di fedeltà; f) nell’AT il M.
non è considerato solo come un rapporto giuridico pubblicamente
riconosciuto ma molto più, poiché oltre a quanto già
detto, esso è visto come immagine dell’Alleanza di Dio
con il suo popolo; g) il senso e il compito del M. è di essere
un completamento dei coniugi che rende felici, la sessualità
coniugale è apprezzata come un dono positivo della Creazione
e la fecondità umana è considerata come una benedizione
preziosa da parte del Creatore. I figli sono grandemente stimati come
dono del Signore.
D: L’episodio presenta anche la figura di
Maria, la madre di Gesù che intercede presso il figlio in favore
degli sposi; Questa immagine della Madonna ha indotto i cristiani, lungo
i secoli, ad adorare Maria Vergine?
R: Questo episodio ed altri, insieme alla Tradizione della Chiesa hanno
spinto i cristiani cattolici ed ortodossi a venerare Maria non ad adorarla,
perché l’adorazione si deve solo a Dio Uno e Trino.
D: Che cosa significa venerare?
R: Venerare vuol dire onorare qualcuno per le sue virtù straordinarie.
D: Perché, nelle celebrazioni solenni,
s’incensa sia il SS.Sacramento, sia statue o icone della Madonna
e dei santi? Sono essi considerati sullo stesso piano?
R: No, verso il SS.Sacramento esso è un gesto di adorazione,
verso statue e icone esso è un gesto di venerazione.
D: I gesti dunque non hanno sempre lo stesso significato?
R: Certamente no. Il gesto esteriore deve essere valutato secondo l’intenzione
di chi lo fa. Lo stesso gesto, può essere un atto di adorazione
o di venerazione a seconda della volontà di chi lo compie.
D: Come mai, sia l’angelo che Elisabetta
chiamano Maria <<Benedetta fra le donne>>, quindi la venerano,
e proprio Gesù dice che non è tanto da considerarsi beata,
sua madre ma tutti coloro che ascoltano la Parola di Dio? (Lc 11,27-28)
R: Con queste parole Gesù non voleva escludere la venerazione
di Maria; egli voleva solo far capire che la vera beatitudine e la conseguente
venerazione si basano sulla fede in lui e sulla pratica dei suoi insegnamenti.
D: E Maria ha avuto fede in Cristo? Ha osservato
i suoi insegnamenti?
R: Si, più di ogni altra creatura umana (cfr. Lc 1,45; 2,51;
ecc.).
D: Eppure Gesù a Cana rimproverò
sua madre, anziché venerarla; come mai?
R: Non è proprio così, alle nozze di Cana Gesù
accolse la richiesta di sua madre e fece il suo primo miracolo. Non
la rimproverò di certo, al contrario mostrò verso di lei
la massima attenzione e venerazione. Gesù nel chiamare la madre
con il termine “donna” non fa altro che interpretare e attualizzare
il libro della Genesi. Eva, la prima donna, fu indotta da Satana onde
spingere Adamo al peccato, Maria la prima donna della Nuova Creazione
è indotta dal Padre onde spingere Gesù, il nuovo Adamo,
a caricarsi dei peccati dell’umanità e ridare agli uomini
la dignità perduta a causa del peccato originale.
D: Maria, quindi, può essere invocata come
mediatrice? Ma S.Paolo non dice che solo Cristo è il mediatore
tra Dio e gli uomini?
R: Se leggiamo S.Paolo in tutti i suoi scritti, comprendiamo bene il
suo pensiero. Nella sua prima lettera a Timoteo 2,1-5, egli dice che
è cosa buona e gradita a Dio pregare per gli altri, ossia fare
opera di mediazione.
D: Dunque, Gesù Cristo non è l’unico
mediatore?
R: Gesù Cristo è e rimane l’Unico Mediatore e Salvatore,
ma le nostre preghiere possono aiutare, affinché egli estenda
la sua opera di salvezza anche agli altri.
D: Quindi Gesù, ha bisogno degli uomini,
per salvare altri uomini?
R: No, Gesù non “ha bisogno” poiché essendo
Dio egli è Onnipotente, ma gradisce la collaborazione umana.
Questo è mostrato chiaramente nei racconti dei miracoli. Egli,
ad esempio, si serve dell’apostolo Andrea e della generosità
di un ragazzo per compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani
e dei pesci, ecc.
D: E Maria ha fatto opera di mediazione?
R: Si, come già precisato, un esempio ci è dato proprio
dall’episodio delle nozze di Cana; possiamo legittimamente credere,
però, che tutta la vita di lei quale ancella o serva del Signore
(Lc 1,38) sia stata una continua mediazione per la salvezza dell’umanità.
Gesù stesso sulla Croce rende Maria, madre di tutta l’umanità
e gli dà il compito di accudire e vegliare su ogni creatura umana
con tutto l’affetto e il calore di madre: “Stavano presso
la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di
Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo
la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse
alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!>>” (Gv 19,
25-26).
D:
Dunque non è sempre Gesù che salva?
R: Si, sempre lui salva. La mediazione o l’intercessione di Maria
è subordinata a quella di Cristo. D'altronde se la Bibbia assicura,
che i nostri fratelli e sorelle, già passati nella casa del Padre,
offrono preghiere per quelli che sono ancora in tempo di prova su questa
terra (Gv 17,24; Ap 6,9-10; 8,4), tanto più Maria, la piena di
Grazia (Lc 1,28), la madre del Signore = di Dio (Lc 1,43), ha la potestà
di offrire preghiere per l’umanità.
D: L’evangelista, riportando questo episodio,
quale insegnamento ha voluto trasmetterci?
R: Che il Figlio di Dio, che era dal principio presso Dio e che era
egli stesso Dio (Gv 1,1ss.), con l’inizio dei “segni”
o miracoli dà prova dell’autenticità messianica
della sua missione e traduce nel Tempo la sua Gloria eterna. Egli riferisce
questo segno affinché i suoi diretti interlocutori e i lettori
contemporanei e futuri del suo Vangelo, credano che Gesù è
il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiano la vita
nel suo nome (Gv 20,30-31).
D: Ma è casuale che all’inizio della
vita pubblica di Gesù si collochi una cerimonia di nozze?
R: Non direi, dato il significato spirituale che l’unione matrimoniale
assume nell’Alleanza di Dio con il suo popolo. Infatti, Dio eternamente
fedele sposa il suo popolo, pur consapevole della difficoltà
per esso di mantenersi fedele. Il Creatore, nell’Antica Alleanza
sarà costretto a castigare il popolo per richiamarlo alla fedeltà.
Nella Nuova Alleanza Dio, in Gesù Cristo, sposa l’umanità
perché l’uomo possa restargli fedele. In questo solenne
matrimonio la natura divina si unisce alla natura umana nell’unica
Persona del Figlio di Dio, da tale legame e dalla Missione che ne consegue,
nascono i sette sacramenti affinché ogni uomo abbia la possibilità
e gli strumenti per mantenersi fedele, e rispettare la Nuova Alleanza
con l'Eterno.
D: Vi sono altri insegnamenti allegorici che emergono
da una lettura attenta dell’episodio?
R: Certamente, l’episodio oltre a presentarci Gesù come
il Cristo di Dio, ci presenta anche Maria, Donna benedetta dall’Altissimo,
nuova Eva senza peccato che ripiena di virtù si accorge dei bisogni
altrui (la mancanza del vino, l’angoscia degli sposi) e riesce
a farsi ascoltare dal Figlio anche se la sua Ora non era ancora giunta.
Nel vangelo secondo Giovanni, Maria ricompare, dopo questo episodio,
ai piedi della Croce quando l’Ora è giunta. L’evangelista
affida l’umanità a Colei che si è fatta ascoltare
quando non era ancora Tempo, poiché ancora di più si farà
ascoltare nel Tempo della Gloria del Figlio. L’Ora di Maria coincide,
così, con l’Ora del Figlio.
D: Quindi Maria, diventa un po’ come “il
trampolino di lancio” per giungere a Gesù?
R: Certamente, ella come ai servi, dice ad ognuno di noi: “fate
quello che vi dirà”. Maria, donna ebrea illuminata dalla
meditazione sulle Sacre Scritture, c’indica la strada nell’ascolto
della Parola di Dio, pienamente rivelata nel Figlio. Questo è
un punto fondamentale su cui si fondano i teologi per verificare se
delle presunte apparizioni della Vergine sono autentiche o false: i
messaggi che ella dà sono in linea con la Parola di Dio? Se le
sue parole riportateci da veggenti contrastano con la Buona Novella
annunciata da Gesù, allora esse sono false e la presunta apparizione
non viene dal mondo divino.
D: Anche le idrie presenti hanno uno scopo d’insegnamento?
R: Si, sono ricordate non solo per il fatto che sono i recipienti dell’acqua,
ma perché quell’acqua era destinata alla purificazione
dei giudei. L’evangelista vuole insegnare che il rito di purificazione
con l’acqua è inefficace e deve essere sostituito dal vino
della Nuova Alleanza.
L’abbondanza del vino (più di 500 litri) indica la presenza
del tempo della Salvezza, infatti, nell’AT e nella Tradizione
giudaica quest’abbondanza era vista come un segno e una prerogativa
degli ultimi tempi o tempi escatologici.
D: Quando durava una festa nuziale, nella cultura
ebraica del tempo?
R: Durava 8 giorni e gli sposi s’impegnavano affinché la
festa riuscisse bene, onde contraccambiare per i doni ricevuti
Per maggiori approfondimenti:
Dizionario di Teologia Biblica, ed. Paoline
Dizionario Teologico Enciclopedico, ed. Piemme